Spettacoli
Romilda Cozzolino al Sir: testimoniare il vangelo con la musica

Quando Dio ha un progetto, “non sei tu a portarlo avanti, ma Lui: devi solo renderti disponibile”. Lo dice Romilda Cozzolino, giovane cantante che porta in musica il messaggio cristiano. Calabrese, originaria di Mendicino (CS), parteciperà al Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici e ha recentemente ricevuto la nomination come migliore voce femminile italiana ai Catholic Music Awards. L’evento, alla sua prima edizione, è ideato dalla Fundación Ramón Pané (Spagna), con il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione, ed è pensato per promuovere la creatività di coloro che contribuiscono a evangelizzare attraverso la musica. Le premiazioni si svolgeranno a Roma il 26 e 27 luglio prossimi.
Un’occasione importante, il Giubileo, “in cui il giovane e il missionario digitale – dice al Sir Romilda – sono chiamati a fare il punto della situazione del loro cammino fino ad oggi. Un’occasione anche per riflettere e porsi delle domande: sto camminando secondo il cuore di Cristo o secondo il mio?”. “Mi piace pensare che chi ha da dire qualcosa, soprattutto in ambito cristiano – dice Romilda in merito al Giubileo degli influencer cattolici – non sia qualcuno che determina un modo di pensare o di agire, ma qualcuno che sa perfettamente mettersi nel flusso della corrente, in questo caso del Vangelo, senza alterarne il messaggio ma lasciandosi trasportare da ciò che già esiste dando il proprio contributo con ciò che si è”. Con la musica questo flusso è “potenziato”: “mi sento quasi una privilegiata, perché il suo linguaggio è sempre contemporaneo, è sempre attraente e di impatto. L’unico sforzo che un musicista di musica cristiana deve fare è quello di tradurre in musica e parole il suo incontro con il Risorto in maniera autentica, senza creare personaggi o finzioni. I giovani sono attratti dal vero, da ciò che stilla autenticità e la musica è come un arco che fa arrivare velocemente e in tutta la sua potenza il messaggio del vangelo”.
Foto Romilda Cozzolino
La giovane ha debuttato il 2 agosto 2019 ad Assisi, in occasione della Marcia francescana per la Festa del Perdono, il cui inno scelto era “Al posto tuo”, composto dalla cantautrice. A proporgli di scrivere in testo Fra Luigi Loricchio. Da lì è iniziata la sua testimonianza: “non ho cercato nulla, ma ho detto il mio sì al suo progetto per me”.
La storia di Romilda è lunga. Alla mamma fu sconsigliato di portare avanti la gravidanza: “nacqui con tre giri di cordone ombelicale intorno al collo e rischiammo la vita io e mia madre durante il parto. Queste circostanze hanno sempre segnato la percezione che Dio volesse compiere qualcosa attraverso di me”. A scuola, durante le prove di una recita, iniziò a cantare un brano della Turandot di Puccini. Non aveva mai cantato prima e non sapeva di poterlo fare. Da lì iniziò a studiare canto, a calcare palcoscenici, a vincere concorsi e ad avere la prospettiva di una carriera nel mondo della musica. Affrontò il mondo della televisione e del teatro, ma qualcosa non andava: la fama che cercava non la rendeva felice. Contemporaneamente, in parrocchia, si dedicava ad operare come catechista. La sua fede si è nutrita nella comunità parrocchiale di Mendicino, guidata dal parroco don Enzo Gabrieli. E in uno di questi momenti la giovane decise che era giunto il momento di dire stop al canto. Così andò dalle suore di Santa Chiara per quattro giorni per suggellare quella decisione, ma in quei giorni le suore non fecero altro che parlarle del canto nella Bibbia. Capì che Dio voleva che continuasse a cantare. Scrisse i suoi primi brani di musica cristiana senza una direzione né un progetto, ma sentiva di doverlo fare. Nel 2019 scrive un inno per la Marcia francescana. In quell’occasione disse a Dio: “Se vuoi che io ti serva in questo modo, fammi vincere, altrimenti ferma tutto”. Il brano vinse il concorso. Il 2 agosto lo cantò in piazza Santa Maria degli Angeli ad Assisi davanti a migliaia di giovani.
Questo percorso ebbe però una battuta d’arresto l’anno successivo quando, dopo un fidanzamento che lei definisce “tossico”, cadde quasi in depressione, perdendo molto peso in pochi mesi: “il progetto musicale era legato anche al mio ex fidanzato. Mi trovai affettivamente e artisticamente sola. Ebbi nuovamente dubbi su quella strada, ma – racconta Romilda – un’amica mi consigliò di provare un concorso di musica cristiana, J Factor. Abbracciai l’idea scetticamente ma tentai”. Su 151 partecipanti, Romilda arrivò tra i 12 finalisti per poi vincere il concorso con il brano su Maria, “Myriam”. Questa occasione “mi permise di incidere il mio primo album di inediti e di collaborare con diversi artisti cristiani e portare la mia testimonianza in Italia e Europa”. La musica resta “un punto fermo in tutto quello che sta cambiando nella mia vita”, dice concludendo la conversazione: “non sono mancati i momenti di sconforto, però, siccome è un percorso che non ho scelto io, la gioia che mi viene anche quando ci sono i momenti di difficoltà non viene da me, viene da qualcos’altro, quindi è quello che mi fa andare avanti, che mi fa dire: insisti e non demordere”.