Cultura
Pio XI e l’amore per la scienza

Iniziamo una nuova rubrica dal titolo “I Papi e la Scienza” dedicata al rapporto tra i Pontefici dell’epoca contemporanea e la scienza, un rapporto basato su un confronto e un rispetto reciproci oltre che su un dialogo fecondo e duraturo. Dedichiamo la prima puntata a Pio XI e al suo interesse per il progresso.
Papa Ratti vedeva nel progresso scientifico un aspetto fondamentale del suo magistero petrino
Pio XI salì al soglio pontificio nel 1922 quando l’Italia e l’Europa stavano attraversando un periodo di forti cambiamenti. Ratti dovette affrontare le questioni politiche sorte all’indomani della prima guerra mondiale, cercando in tutti i modi di regolarizzare la posizione e i diritti della Chiesa. Concluse concordati e accordi con altri stati, negoziò i patti lateranensi con il governo italiano nel 1929 e cercò di fronteggiare, con non poca preoccupazione, la minaccia dei totalitarismi. La sua aperta condanna del comunismo sovietico si accompagnò ad una dura presa di posizione contro l’adozione, da parte dell’Italia, nel 1938 delle leggi razziali di Hitler. Durante gli ultimi anni del suo pontificato, terminato nel 1939, Pio XI intravide le nubi di un nuovo immane conflitto mondiale, e in un radiomessaggio diffuso nel 1938 offrì la sua vita per la pace nel mondo. Ratti, primo papa dotto dopo Benedetto XIV, in possesso di tre lauree in diritto canonico, in teologia e in filosofia, uno dei dottori della Biblioteca Ambrosiana, esperto paleografo nonché conoscitore delle lingue straniere, adottò il motto “Pax Christi in regno Christi”, interpretandolo nel senso che la Chiesa doveva avere un ruolo attivo in società e non isolarsi. Per questo motivo favorì il distendersi delle tensioni sorte in seno al modernismo, considerando il progresso della scienza e la cultura una sfida personale nonché una parte decisiva del suo ministero petrino. Tra i provvedimenti che adottò ci fu l’ampliamento della sala di lettura della Biblioteca Vaticana, la fondazione del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, l’istituzione della Pinacoteca per l’esposizione dei quadri della Santa Sede e lo spostamento dell’Osservatorio Vaticano a Castel Gandolfo. La sua vicinanza alla scienza è dimostrata dalla sua volontà di installare nel 1931, dentro i Palazzi Apostolici, una stazione radio usata per scopi pastorali. Consapevole del bisogno di avviare un dialogo duraturo tra scienza e fede, in un momento storico caratterizzato dall’affermazione del positivismo, Ratti rifondò nel 1936 la storica Pontificia Accademia delle Scienze, allo scopo di farne il “Senato scientifico” della Chiesa coinvolto nella promozione della matematica, della fisica e delle scienze naturali. Furono aperte le porte di quest’istituzione ad accademici di nazionalità diversa, con l’obiettivo di superare qualsiasi forma di discriminazione razziale. Nomi autorevoli come quelli di U. Amaldi, A. Carrel e A. Gemelli ebbero libero accesso. Per sviluppare una stretta connessione tra la scienza e l’umanesimo cristiano, Pio XI nominò membri onorari dell’Accademia i cardinali G. Bisleti, F. Marchetti Selvaggiani e Pacelli (futuro papa Pio XII). Nel Motu Proprio “In Multis Solaciis” (1936) il Pontefice chiarisce le finalità dell’Accademia, sottolineando che la scienza, quando è votata alla ricerca della verità, non si oppone mai alla verità cristiana che è la forma più alta di carità. “I Romani Pontefici, insieme a tutta la Chiesa, hanno sempre favorito la ricerca degli scienziati anche nelle materie sperimentali, cosicché a loro volta queste discipline hanno consolidato la via per difendere il tesoro della verità celeste, a favore della Chiesa stessa. Pertanto, come ha solennemente insegnato il Concilio Vaticano, “ fede e ragione non soltanto non possono mai essere in conflitto tra di loro, ma anzi si portano vantaggio vicendevole, perché la corretta ragione dimostrerà i fondamenti della fede, ed arricchita da questa stessa luce perfezionerà la scienza delle cose divine; dal canto suo la fede libererà e proteggerà la ragione dagli errori e la arricchirà con una conoscenza multiforme” si legge nel documento. Da parte del Papa c’era la speranza che gli accademici pontifici contribuissero all’avanzamento del progresso. Tra i tanti discorsi tenuti da Ratti presso la Pontificia Accademia delle Scienze vale la pena ricordare quello intitolato “Scienza e Fede provengono dallo stesso Autore” del 19 aprile 1931. Facendo riferimento alla recente trasmissione dei sommari degli atti dell’Accademia da parte di Radio Vaticana, il Papa ricordò di aver inviato anche lui un messaggio tramite questo nuovo mezzo scientifico, collegando così i due eventi: quello divulgato da Sua Santità riguardava l’inaugurazione dello strumento tecnico come veicolo di fede, il secondo, invece, si riferiva all’uso della parola per scopi scientifici. La conclusione è che come Dio è autore della fede così lo è anche della scienza.