Cultura
“Vivi”, il dono poetico di don Fabio De Santis

E’ il direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della nostra diocesi
Quando, durante il pellegrinaggio giubilare diocesano, don Fabio De Santis mi ha donato il suo opuscoletto con otto poesie, ho subito pensato alla facilità di questo mezzo per l’annuncio del vangelo, specialmente per chi, come Lui, è chiamato a un servizio particolare nella nostra diocesi, quello del dialogo con fedi e religioni diverse.
“Vivi” è un po’ il riflesso di questo impegno, che trae nutrimento dalla meditazione e dall’esperienza del parroco di Sant’Ippolito: un anelito al divino nell’incontro tra le donne e gli uomini di buona volontà. Questo mi sembrano esprimere i brevi componimenti che don Fabio sta gratiosamente distribuendo ai suoi interlocutori, a quanti ne accolgono e apprezzano il servizio che sta compiendo in diocesi, che inevitabilmente trae linfa e si riflette sul suo percorso personale.
Ciò che immediatamente colpisce sono i titoli delle sue poesie, che già esprimono l’armonia insita nelle assonanze e nelle consonanze tra sostantivi e aggettivi, in espressioni ellittiche di verbo e dunque clausole perfettamente aperte per l’ispirazione del lettore stesso. Così può dirsi di “Universale Compassionevole Appartenenza”, datata 2013, e che parla di un tema tristemente attuale, quello della guerra e delle bombe. O di “Confluenti Rigeneranti Ripari”, testo accompagnato da una foto dell’incrocio tra i due fiumi di Cosenza, e in cui don De Santis sembra quasi raccogliere il grido dei fuggiaschi, nonché degli “stanchi superstiti delle contese della storia”.
Le poesie di don Fabio profumano dell’incontro sincero col Signore della vita, con cui sperimentare la pienezza dell’ “Essere”, che vuol dire – come nel componimento omonimo – incontrare il Figlio amato, e ancora il Creato, in un abbraccio che profuma di kosmos, sapientemente ordinato.
Raccoglie lo spirito ermetico il Nostro, quando, in “Luce”, ricorda che essa passa, come feritoia, dalla ferita. Un messaggio di speranza, nel grato ricordo – come in “Reciprocità Verità Universalità”, che “Dio è amico degli Uomini”.