San Francesco di Paola e Bologna, un legame che continua

Il taumaturgo calabrese è compatrono di una delle chiese centrali della città emiliana. Il tutto è dovuto all'antica presenza dei Minimi in città. E il 2 aprile, ogni anno, è festa grande. 

“Il San Francesco di Paola di terracotta ma colorito, è di Angelo Piò, molto elegante scultore”. Il richiamo si trova nel volume “Le pitture di Bologna”, e fa riferimento a una delle opere dello scultore bolognese angelo Piò (1690 – 1770). L’opera che ritrae il Santo paolano, in stucco policromato, si trova nella cappella Galli della chiesa di San Benedetto, nel centro della città.

San Francesco è compatrono, insieme a San Benedetto, del luogo di culto, vista la presenza, pochi decenni dopo la morte del taumaturgo, dei padri Minimi. Fin dal XVI secolo, la chiesa era collocata in un punto strategico della città bolognese, appena esterna alle seconde mura da cui si faceva ingresso nel nucleo storico dell’antica “Bononia”. Esemplificativa è la riproduzione nell’Album Panfili, dove si può vedere la “Veduta della Chiesa di San Benedetto de’ PP. Minimi, e Porta della Strada di Galiera in Bologna”.

A pochi giorni dall’apertura delle celebrazioni per il V anniversario della canonizzazione del Santo paolano, la cui devozione non ha davvero confini, anche la comunità bolognese si prepara a vivere la memoria di San Francesco. “Il 2aprile per noi è un giorno particolare, perché viviamo celebrazioni e momenti di preghiera in onore di San Francesco – dicono i sacerdoti cui è affidata la chiesa -. Qui la devozione è molto forte, anche perché questo fu un luogo dove vivevano i padri minimi, per cui a Bologna è rimasto questo legame con San Francesco di Paola”.

Nella Pinacoteca nazionale della città bolognese, peraltro, è possibile visitare una tela dal titolo “Visione di San Francesco di Paola”. Eseguita per la chiesa bolognese di san Girolamo alla Certosa, la tela è databile intorno al 1778, l’ultimo periodo dell’attività di Ubaldo Gandolfi. Nel dipinto, san Francesco da Paola assiste alla sfolgorante apparizione dell’Arcangelo Michele che gli consegna uno scudo con la scritta dorata Charitas, il motto dell’Ordine dei Minimi da lui fondato. Ai piedi del Santo un angioletto tiene tra le braccia un agnellino, che ricorda l’amore per gli animali e in particolare per un agnellino domestico, attribuito al Santo dalla devozione popolare.