Premio dei giovani di Amnesty al cosentino Giovanni Segreti Bruno

Con il brano “Notre Drame” Giovanni Segreti Bruno ha vinto il Premio dei giovani di Amnesty 2025 e accederà alle semifinali di Voci per la Libertà-Una canzone per Amnesty, in programma a Rovigo dal 18 al 20 luglio. Il giovane cantante cosentino sbaragliato la concorrenza vincendo contro gli altri 46 artisti in gara grazie ai voti espressi dai giovani di Amnesty International. Lo abbiamo intervistato.
Premio dei Giovani di Amnesty International 2025, raccontami l’emozione
È stato uno di quei momenti in cui resti in silenzio e sorridi. Notre Drame non è una canzone comoda, non accarezza, ma ti scuote. Sapere che è stata la canzone più votata dai giovani di Amnesty International mi ha emozionato profondamente. È un riconoscimento che va oltre la musica: parla di valori, coscienza, impegno. Mi sento onorato e grato.

Così giovane e così premiato…
La musica mi accompagna da quando avevo dieci anni. Ho cominciato studiando pianoforte, poi canto. A 14 anni ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni. I premi fanno piacere, ma il vero traguardo è sentire che ciò che scrivo arriva alle persone, e quando arriva ai giovani, come in questo caso, vuol dire che stai parlando la lingua giusta.
Il titolo del brano è Notre drame. Cosa si cela dietro questo gioco di parole?
È nato in una notte di telegiornali e tisane allo zenzero. Mi è venuta in mente Notre Dame che brucia e ho pensato: quella cattedrale siamo noi. L’incendio non è solo sulle pietre, è nel cuore dell’umanità. Da lì Notre Drame, il nostro dramma. Umanità che brucia, diritti che crollano, proprio come una cattedrale. È una denuncia ma anche un grido di speranza.

Qual è il nostro dramma?
Il vero dramma è che abbiamo imparato a convivere col dolore degli altri come se fosse pubblicità. Fame, guerra, razzismo, omofobia, femminicidio scorrono sullo schermo e non ci fanno più battere un ciglio. Il dramma è la normalizzazione dell’orrore. Il fatto che il dolore, se non è nostro, ci sembra uno sfondo. Nel brano sono la voce di chi troppo spesso questa voce non ce l’ha: donne abusate, bambini spaventati, migranti, poveri, persone invisibili. Il nostro dramma è l’indifferenza, il dimenticare l’altro.

Siamo presi da mille cose, una canzone può aiutarci a ricordare le cose che davvero contano
Sì, e forse proprio perché siamo sempre di corsa, le canzoni servono più che mai. In tre minuti ti obbligano a fermarti, ad aprire una finestra dentro di te. La musica ha il potere di toccare il cuore senza chiedere il permesso. E quando succede, qualcosa cambia.

Come canta Dario Brunori “a volte basta una canzone, solo una stupida canzone, a ricordati chi sei”?

Beh amo alla follia quella canzone e amo alla follia Dario. È verissimo, spesso quella “stupida” canzone arriva proprio quando ne hai più bisogno. Ti prende per mano e può consolarti oppure sbatterti al muro. A volte scrivo pensando proprio a questo: magari oggi qualcuno ha bisogno delle mie parole per ritrovarsi. Credo fortemente nel potere delle canzoni. Da sempre.

Nel brano la frase “fiori spezzati, ma primavera”. Quanto credi nella possibilità di rinascere?

Credo nella rinascita perché non ho mai smesso di cadere e ogni volta qualcosa è fiorito proprio da lì. “Fiori spezzati, ma primavera” è il modo in cui racconto la resilienza. È il dire: siamo stati distrutti, ma guarda un po’, stiamo ancora sbocciando. La rinascita è possibile anche nel mezzo del disastro. E questo è il messaggio più potente che possiamo dare agli altri, e anche a noi stessi.

Sei stato votato dai giovani, il tuo messaggio è arrivato agli adulti di domani. Una grande soddisfazione ma anche un grande compito…

È una responsabilità bella e grande. Noi giovani siamo attenti, sensibili, profondi. Saper parlare ai miei coetanei vuol dire scegliere con cura le parole e i messaggi. Questo premio mi spinge a continuare su questa strada, con ancora più consapevolezza. 

Hai aperto negli anni scorsi il concerto di Mamhood a Cosenza. Un’occasione importante e non semplice. Hai il compito di convincere in una manciata di minuti il pubblico…

È stata una delle esperienze più intense della mia carriera. Diecimila persone davanti, l’adrenalina a mille. In pochi minuti devi entrare in un cuore che non ti stava aspettando.. Ma è proprio in quei momenti che la verità paga: se sei autentico, se canti qualcosa in cui credi, il pubblico lo sente. E ti ascolta.

Che progetti hai in cantiere?

In questo momento sono felicissimo di essere il primo semifinalista del festival “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty” sez. Emergenti, che si terrà dal 18 al 20 luglio a Rovigo. Mi sto preparando con grande entusiasmo per questa semifinale, perché è molto più di una gara: è un progetto che unisce musicae diritti umani, e farne parte è un onore. Voglio ringraziare di cuore Michele Lionello, direttore artistico del festival, e tutta l’organizzazione per l’incredibile lavoro che fanno ogni anno. Poi con la mia etichetta, la Joseba Label e con Gianni Testa stiamo preparando una stagione intensa, piena di live, di collaborazioni pazzesche e di novità. A brevissimo uscirà anche il nuovo singolo estratto dal mio album Drama King: si chiama “Deadline”, in feat con Luca Napolitano, protagonista di Amici 8.