L’edit come traccia dell’esame di Stato. Quando il giornalismo educa…

Il giornalismo che educa a coltivare la prammatica dello sguardo e dell’incontro è tessitore di pace in una società che spesso privilegia la logica del conflitto

Un editoriale del giornalista Riccardo Maccioni su “Avvenire” del 17 dicembre 2024, dal titolo “Rispetto”, è stato scelto come traccia dell’esame di maturità 2024. Un esempio di quanto il giornalismo può dare all’opinione pubblica e alla società.

“Oggi più che mai, è necessario riscoprire il valore del rispetto, educare al rispetto, praticare il rispetto. Solo così potremo costruire una società più giusta, più umana, più solidale. Solo così potremo restituire senso e dignità alla nostra vita e alla medesima lingua umana” – scriveva Maccioni nel suo commento. Ed è sacrosanto, perché i giovani delle nostre scuole, bombardati da paradigmi educativi diversificati, hanno anzitutto bisogno di imparare la grammatica del rispetto e della relazionalità.

Il giornalismo che educa a coltivare la prammatica dello sguardo e dell’incontro è tessitore di pace in una società che spesso privilegia la logica del conflitto; è ‘un’auretta gentile’ mentre spesso si gareggia a chi grida di più.

La scuola può fare tantissimo. I nostri ragazzi hanno bisogno di impiantare basi solide alla loro vita, e fra queste il rispetto è l’humus per vincere ogni ipotesi di violenza e di bullismo, ogni tentazione di disconoscere il valore dell’altro. La semina del rispetto è terreno comune dove ogni materia scolastica è capace di dare un apporto significativo. L’educazione al rispetto è interdisciplinare e transdisciplinare. E lo stesso insegnamento della religione cattolica, che costituisce un frutto fecondo della nobiltà dell’insegnamento, si pone come interlocutore privilegiato per un’educazione alla dignità di tutti e della vita.

E’ in gioco l’edificazione della persona.