Diocesi
In diocesi per ascoltare e accompagnare

La Fraternità Amici di Gesù Buon Pastore si è insediata nel convento di San Francesco a Pedace
Si è tenuta lo scorso venerdì la celebrazione ufficiale di insediamento della Fraternità Francescana Mariana “Amici di Gesù Buon Pastore” nella diocesi di Cosenza-Bisignano, accolta nel convento di San Francesco di Paola, in località Pedace di Casali del Manco. Un momento solenne, carico di emozione e significato, che ha segnato l’inizio di una nuova presenza spirituale in un luogo che torna a essere spazio vivo di preghiera e contemplazione. Il canto “Gioisci, figlia di Sion”, intonato e musicato dai membri della fraternità, ha introdotto la liturgia in inni di lode e gratitudine. Parole e note hanno risuonato come segno concreto di una comunità in cammino, pronta ad accogliere e lasciarsi accogliere, con la certezza che dove due o più sono riuniti nel nome di Gesù, Egli è lì realmente presente in mezzo a loro. L’omelia di mons. Giovanni Checchinato ha guidato i fedeli in una riflessione intensa, radicata nel Vangelo del giorno: “Nessuno potrà togliervi la vostra gioia” (Gv 16,22). Un’affermazione forte, capace di provocare il cuore. Il Vescovo ha sottolineato come, spesso, siamo tentati di attribuire ad altri la responsabilità delle nostre fatiche interiori. Ma è proprio dentro di noi, nel luogo più profondo del cuore, che il Signore vuole entrare e portare la sua pace con forza che “se ci guardiamo dentro, troveremo quasi tutto ciò che detestiamo fuori”. Richiamando le parole di Papa Francesco secondo cui è inutile e sterile passare il tempo a distribuire colpe ha ricordato come “passare il tempo a incolpare gli altri è perdere tempo. Si diventa arrabbiati, acidi e si tiene Dio lontano dal cuore”. Il cammino del discepolo autentico parte proprio da lì: da un cuore da purificare, da passioni da armonizzare, da una pace da riscoprire. “La bocca parla dalla pienezza del cuore”, ha ricordato mons. Checchinato citando il Vangelo di Matteo, invitando a interrogare noi stessi su ciò che realmente abita noi stessi. Una riflessione non solo teologica, ma profondamente umana come gli scritti di Etty Hillesum, giovane ebrea deportata e uccisa ad Auschwitz, ricordano: “Non sono i fatti che contano nella vita, conta solo ciò che grazie ai fatti si diventa”.

Ed è proprio questo il senso più profondo della presenza della Fraternità “Amici di Gesù Buon Pastore” in terra cosentina: accompagnare le persone in questo cammino interiore, attraverso l’ascolto, la preghiera e l’accoglienza, affinché la pace del Signore possa trovare spazio stabile nel cuore di ciascuno. Parole calorose di benvenuto quelle rivolte dalla sindaca Francesca Pisani alla comunità religiosa sottolineando la bellezza di un incontro che arricchisce spiritualmente ma anche culturalmente l’intera cittadinanza dei casalini. “La vostra venuta non è solo un gesto di fede, ma un simbolo necessario per superare le fratture che spesso dividono i territori e le persone”, ha aggiunto. Mons. Giovanni Checchinato ha, infine, ricordato come i desideri dei mesi precedenti, presenti nel cuore della fraternità e nel suo stesso cuore di pastore, abbiano trovato compimento secondo la logica della Provvidenza, nell’incontro con padre Domenico e madre Marilù. Un evento che oggi trova compimento come segno chiaro dell’azione silenziosa e fedele di Dio nell’obiettivo perseguito dalla comunità: essere fedeli al Vangelo della misericordia e del perdono, proponendo la guarigione del cuore attraverso l’accoglienza, l’ascolto e la preghiera. In segno di gratitudine, la fraternità ha donato al vescovo un quadro, accompagnando il gesto con un messaggio di saluto e ringraziamento che è al tempo stesso testimonianza e programma di vita: “Il nostro esistere ha senso solo se diminuiamo per far crescere Cristo, Principe della pace e autore della vera gioia”. Con parole ispirate alla vocazione di Abramo e all’esperienza di Mosè, hanno raccontato il loro cammino fatto di chiamata, abbandono, difficoltà, ma soprattutto di fede nella promessa di Dio: “Questa terra cosentina è la terra che il Signore ci ha indicato” ha dichiarato a nome della fraternità p. Maurizio Vaccaro esprimendo il desiderio di essere una nuova Betania. Un cammino che comincia oggi, ma che affonda le radici nella risposta alla sete di amore e consolazione che Gesù ha manifestato sulla croce. “Abbiamo scelto non chi servire, ma come servire. E vogliamo servire come apostoli della sua misericordia” hanno concluso nel saluto di dedicazione. “C’è un modo infallibile per vincere il male: iniziare a sconfiggerlo dentro di sé “, ha ricordato mons. Checchinato nel corso dell’omelia. “Nessuno di noi ha bisogno di prediche o di buoni consigli, perché chiunque di noi può cercarseli dove e come desidera. Abbiamo invece bisogno di fratelli e sorelle che sappiano rispecchiare con il loro ascolto il nostro cuore e ci permettano di entrarci dentro. E non è così semplice come potrebbe apparire. Entrare dentro la nostra intimità qualche volta ci mette paura e abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni, qualcuno che, da brava sorella o fratello, ci conduca a fare pace dentro di noi, senza giudizi, senza valutazioni, perché il vero servizio si ha in chi è capace di rendere l’altro il vero autore responsabile delle proprie scelte”.




