Chiesa
Castelgandolfo attende papa Leone XIV a braccia aperte

Il pontefice nella cittadina laziale dal 6 luglio per un periodo di riposo
Castel Gandolfo si prepara ad accogliere Papa Leone XIV e lo si capisce già mentre si percorre la strada che si inerpica su per il colle, interamente sistemata e riasfaltata per l’occasione. Sotto il cielo azzurro dei Colli Albani, il sorriso del pontefice sarà una pagina nuova della storia del borgo: legame di fede, tradizione e quotidianità ancora una volta intrecciati, per ritrovare quell’incanto che solo un Papa in vacanza può riportare. Castel Gandolfo riaccende le sue luci, prepara le strade, i bar, le piazze, e spera che, una volta di più, la piazza riecheggi di preghiera, di applausi improvvisi, di caffè offerti al Papa: quella festa semplice che Andrea, Stefano, Matteo, Mauro e Patrizia aspettano a braccia aperte. Il ritorno del Papa nella residenza estiva, dopo dodici anni di assenza, non è solo una questione liturgica o turistica. È una ricongiunzione identitaria, quasi familiare, per una comunità che ha sempre sentito i Papi “di casa”.
Papa Leone XIV sarà a Castel Gandolfo dal 6 al 20 luglio e tornerà nuovamente dal 15 al 17 agosto. Il suo soggiorno sarà segnato da momenti di preghiera pubblica: due domeniche consecutive di Angelus in piazza della Libertà (il 13 e il 20 luglio) e celebrazioni eucaristiche nella chiesa parrocchiale di San Tommaso da Villanova e nella cattedrale di Albano. In agosto, altri due appuntamenti simili il 15 e il 17. L’udienza generale del mercoledì sarà sospesa fino al 30 luglio. Il pontefice soggiornerà a Villa Barberini, non nel Palazzo Apostolico che, come voluto da Papa Francesco, resterà museo. Villa Barberini – con piscina, orti e persino una pista da tennis, per il Papa sportivo – accoglierà Leone XIV in una versione più sobria ma spiritualmente intensa del tradizionale riposo pontificio. Durante una visita privata lo scorso maggio, Leone XIV ha mostrato interesse per il progetto ecologico “Borgo Laudato si’”, centro formativo voluto dal suo predecessore. Segno che il nuovo Papa vuole sì recuperare la tradizione, ma senza rinnegare l’apertura inaugurata da Francesco. La comunità castellana, intanto, vive con emozione il ritorno del Pontefice.
Andrea Rossi, residente da sessant’anni e proprietario di un locale su Corso delle Republica, racconta: “Ho vissuto l’infanzia con i Papi, era bellissimo, era una grande festa e dopo qualche anno ci hanno tolto questa gioia. Sì, siamo felici che il Santo Padre ritorni a Castel Gandolfo anche perché ridà lustro al paese a livello internazionale”. Un piacere che però deve fare i conti anche con qualche disagio, “sai quando arriva un personaggio di tale importanza porta il seguito, carabinieri, polizia, ci sarà un po’ di confusione, il paese è piccolino, insomma speriamo tutto bene”.
Anche Stefano Carosi, proprietario del bar storico di piazza della Libertà, mostra un entusiasmo che si fa quasi commozione: “Sono felicissimo, è una gioia che aspettiamo da 12 anni. Sono 60 anni che vivo qui, da quando sono nato. Ho visto Paolo VI, Giovanni Paolo II, purtroppo Luciani non ha fatto in tempo a venire perché è durato 33 giorni, poi Ratzinger. Francesco l’abbiamo visto così di sfuggita quelle due volte che è venuto. Però ci ha regalato il museo e i giardini che sono una cosa molto importante. E adesso Leone ci ridà questo slancio, ritorniamo indietro nella storia e lo aspettiamo il 6 a braccia aperte”.
Il ricordo più caro è legato a Giovanni Paolo II, “un Papa che Castello l’ha vissuto veramente. Pensi che di ritorno dal Messico, qui sotto alle 11 di sera c’erano un centinaio di persone che l’hanno chiamato e lui si affacciò. Una cosa meravigliosa”. Dal bancone dello stesso bar, anche il figlio Matteo attende l’arrivo del Papa: “Sarà sicuramente una grande esperienza ospitare qui il Papa, rivederlo, vedere che torna. Sarà sicuramente una cosa emozionante. Domenica mi affaccerò per vedere il Papa all’Angelus, sono qui in pole position. E se capita che vorrà un caffè glielo offriremo volentieri”. Per Mauro Giovannini, il ritorno del Papa rappresenta una spinta anche per l’economia locale: “Sono felice che il Papa
torni a Castello Gandolfo, per un sviluppo pure del commercio qui nei Castelli, perché sicuramente l’indotto ne trarrà benefici. Non credo ci possano essere troppi fastidi, perché ormai tutta la zona è abituata, c’è un discorso turistico ormai abbastanza sperimentato, ormai sono secoli che si ospita il Papa qui e anche per tutti gli altri paesi più turistici dei Castelli Romani, è meglio”.
A chiudere le voci di un paese in fermento è Patrizia Gasperini, proprietaria di un’attività che si trova proprio sotto la finestra dalla quale il 13 luglio dovrebbe affacciarsi Papa Leone XIV per l’Angelus: “Siamo molto, molto contenti che il Papa torni a Castel Gandolfo, lo aspettavamo da tanti anni e adesso non ci sembra neanche vero che tornerà a trovarci. Io sono proprio di qui e ricordo gli altri Papi che sono venuti, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e mi è capitato di incontrarli durante le messe che faceva in parrocchia e gli Angelus, perché noi lavorando siamo aperti la domenica, quindi abbiamo avuto anche il privilegio di poter assistere all’Angelus in prima fila”. Ora che il colle si risveglia, tra vasi fioriti, finestre imbandierate e strade tirate a lucido, Castel Gandolfo si prepara non solo a un ritorno, ma a un nuovo inizio. L’estate del 2025 sarà ricordata come quella in cui il Papa tornò tra la sua gente. E la gente, stavolta, è davvero pronta.