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A Camigliatello Silano Gabriele Mainetti presenta "Freaks out"

Dopo il successo di "Lo chiamavano Jeeg Robot" il regista romano sceglie la Sila per il suo nuovo film

A Camigliatello Silano Gabriele Mainetti presenta "Freaks out"

Dopo l’inaspettato successo ottenuto da “Lo chiamavano Jeeg Robot”, Gabriele Mainetti torna dietro la macchina da presa, questa volta dirigendo “Freaks Out”, il suo secondo film prodotto dalla Lucky Red e Goon Films assieme a Rai Cinema, con ancora l’attore Claudio Santamaria tra i protagonisti. Nel cast scelto dal regista romano figura anche l'attore montaltese Max Mazzotta.

La Sila ha un posto rilevante  nel piano delle location. In occasione, dunque, dell’ultimo ciak Mainetti assieme al produttore Andrea Occhipinti, all’assessore alla Cultura Maria Francesca Corigliano, al direttore generale di Ferrovie della Calabria Giuseppe Lo Feudo e al presidente della Calabria Film Commission Giuseppe Citrigno, hanno incontrato il pubblico proprio in un luogo simbolo di questi giorni di riprese: la stazione centrale di Camigliatello Silano.

In una Roma devastata dalla furia della Seconda guerra mondiale, un circo ospita quattro fratelli nel quale lavorano; Israel, loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire loro una via di fuga oltreoceano. I giovani sono allo sbando, senza una guida e a piede libero, in una città che non ha più niente da offrire. Molte delle sequenze, inoltre, sono state girate nel Treno della Sila, tra le maggiori attrattive di questo vasto paesaggio, dal momento della rimessa in circolazione da parte di Ferrovie della Calabria.

In una terra come questa, in cui sono presenti scenari naturali capaci di emozionare con poco, l’animo umano è impossibile non pensare a un piano di sviluppo economico e il fatto che parte del film sia ambientato in Sila, può essere un vero e proprio catalizzatore di turismo. “Abbiamo scelto la Sila perché ci serviva un paesaggio intatto e spettacolare” – dichiara il produttore Andrea Occhipinti. “Dopo il successo de 'Lo chiamavano Jeeg Robot’ c’è molta attesa per la nuova pellicola di Mainetti, molto più complesso, più ambizioso. È un mondo di fantasia: pensiamo che questo possa avere successo sia in Italia che all’estero, e siamo contenti che un paesaggio come questo possa essere visto in tutto il mondo”.

L’augurio della Calabria Film Commission e della produzione è proprio quello che, attraverso la distribuzione del prodotto, si giochi una partita importante nella valorizzazione delle location silane: “Avevamo bisogno di un treno, essendo il film ambientato nel 1943 – afferma il regista Gabriele Mainetti – questo periodo per me è molto importante, soprattutto, perché era mia nonna che me lo raccontava. Questo non è stato sicuramente un viaggio come il precedente lungometraggio, e di treni ne abbiamo visti diversi, ma quello della Sila è quello che ci è piaciuto di più. Valuto questi luoghi anche dal punto di vista tecnico, qui c’è una vegetazione talmente importante che quando il treno viaggia ti si muove tutto quanto intorno; più che suggestivo, questo scenario è fortemente cinematografico, perfetto per questo film”.

Parole queste che fanno bene intendere quanto la produzione abbia investito in questo film, che deve sicuramente emozionare, oltre che offrire al pubblico un film contemporaneo, ma soprattutto identitario.

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