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Una fede che deve essere partecipazione

Intorno a questi tre verbi , diversi ma complementari, riconoscere, interpretare, scegliere, si è sviluppata l’analisi non tanto e non solo per realizzare una “Chiesa più smart”, ma per sostenere l’impegno a recuperare la testimonianza di valori come l’accoglienza, l’amicizia, la tolleranza, alla luce della Fede in “Gesù il Cristo, vera icona vivente dell’amore di Dio per l’uomo”

Una fede che deve essere partecipazione

Il convegno annuale della Chiesa Cosentina ha approfondito il documento “I giovani, la Fede, il discernimento vocazionale” dell’ormai prossimo Sinodo, attraverso il tema “Riconoscere, interpretare, scegliere” che, articolandosi su tre verbi ripresi dall’Evangelii Gaudium ha indirizzato la riflessione verso il consolidamento di una “Chiesa meno istituzionale e più relazionale”, per mezzo di un “nuovo stile di dialogo”, che accompagni i “giovani, nessuno escluso” in un vero cammino di discernimento.
La ricerca/indagine sulla religiosità giovanile nella nostra Diocesi , curata dal Prof Enzo Bova e dalla Dr.ssa Turco dell’Unical, “la stagion lieta dei diversamente credenti”presentata al Convegno ha suscitato notevole attenzione, cosi’ come l’intervento del Prof .Romano e le conclusioni svolte da Mons.Nole’ che ha affermato, indicando un cammino unitario “ andiamo in ascolto dei giovani “.
Occorre, come è stato osservato, nell’attuale contesto, dare ai giovani “fiducia, spazio di confronto e dialogo, il c.d. locus per eccellenza”, indirizzandoli verso la costruzione della propria identità”.
Nel documento analizzato, la Fede, lungi dall’essere considerata un mero assenso intellettuale a formule dogmatiche, è intesa come partecipazione al modo di vedere e di operare di Ns. Signore Gesù Cristo per trasformare la partecipazione in scelte di vita coerenti nella concretezza dell’attuazione: la vera Fede va vissuta, infatti, in aderenza ai contesti nei quali si svolge. I giovani di oggi che si proiettano nel domani devono sapere che la “ Chiesa desidera servire i giovani e non servirsene, non giudicando ma comprendendo e interpretando”, una Chiesa, per come scrive S.E. Mons.Nole’, “che accoglie e non respinge”e che intende “rendere i giovani protagonisti dell’Azione Pastorale “.

Intorno a questi tre verbi , diversi ma complementari, riconoscere, interpretare, scegliere, si è sviluppata l’analisi non tanto e non solo per realizzare una “Chiesa più smart”, ma per sostenere l’impegno a recuperare la testimonianza di valori come l’accoglienza, l’amicizia, la tolleranza, alla luce della Fede in “Gesù il Cristo, vera icona vivente dell’amore di Dio per l’uomo”.
Per i Giovani vale sempre l’invito rivolto da Paolo VI: “Giovani, cercate Cristo per restare giovani”, riattualizzato poi da Giovanni Paolo II, in continuità con quel messaggio, nel manifesto per i Giovani: “Ricordate che per vivere il presente bisogna guardare al passato superandolo con lo sguardo verso il futuro”.
Nel cammino del discernimento sarà necessario ripensare, nella c.d epoca della post-verità, al pensiero di Mons. Tonino Bello che, rivolgendosi ai giovani, affermava: “Diventate voi la coscienza critica del mondo, diventate sovversivi, il cristiano autentico è sempre un sovversivo, uno che va contro corrente non per posa, ma perché sa che il Vangelo non è omologabile”; sono parole che evidenziano il “significato rivoluzionario” del Vangelo ma anche la sua indubbia e sempre attuale capacità costruttiva .
Da sempre, storicamente, dai tempi di Pilato, i cristiani sono continuamente messi a confronto e giudicati dai detentori del potere, di qualsiasi potere, politico, economico, “tecnocratico” nella manifestazione della Fede attraverso la loro testimonianza libera, disinteressata ed adeguata ai problemi del contesto odierno.
In questo tempo di acute emergenze, in “questo corso senza sosta di tramonti ma anche di aurore” il Cristianesimo, attraverso il Magistero di Papa Francesco, mantiene immutata la capacità di costituire ancora una speranza che a volte, per certi aspetti, si vorrebbe negare e rifiutare.
Una Pedagogia, quella di Papa Francesco che non “umiliando i giovani li invita ad essere audaci, confermando che la vita non può essere imprigionata in una interiorità che rischia di essere virtuale e velleitaria”.
Papa Francesco sostiene, infatti, che occorre “ridestare la grandezza e il coraggio di scelte di ampio respiro”, nella consapevolezza che scegliere, dopo aver riconosciuto e interpretato, è concretezza, applicando, nel quotidiano i principi evangelici di “farsi prossimo”, di “camminare accanto “, collaborando, come Chiesa, alla “gioia dei giovani piuttosto che impadronirsi della loro Fede”
Il convegno svoltosi conferma la Missione Pastorale di Mons.Nole’ e l’azione unitaria della Chiesa Cosentina finalizzate a questo percorso di discernimento e di maturazione nella Fede promuovendo la partecipazione ad “attività di servizio” come riconoscimento identitario” .
Tanto anche per assolvere, in questo Presente, al compito di concorrere a riunire tutti gli uomini di buona volontà intorno al tavolo della solidarietà, oltre l’egoismo e l’individualismo, per una sempre maggiore integrazione.
In questo itinerario di discernimento si potrà anche porre un freno ai “vecchi miti” di ritorno che si ripresentano magari riverniciati, per liberarci dell’“uomo vecchio” così da raccogliere l’invito di San Paolo, ed essere testimoni della “verità intuita” e dell’“uomo nuovo” all’interno del confronto aperto della vita vissuta nella nostra vicenda terrena sia personale che comunitaria.

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