Chiesa
Al Divino Amore, dagli sposi beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi

La tappa al Divino Amore è stata un grande dono per noi pellegrini giubilari. La santa Messa presieduta dal vescovo Giovanni è stato un tempo utile per la gratitudine, a Dio e ai vicini di viaggio con cui abbiamo condiviso il cammino nella Città eterna.
Una breve nota personale. Nel visitare il Santuario mi sono ricordato che al Divino Amore riposano i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Nell’avvicinarmi al loro sepolcro, in una sorta di cunicolo appena sotterraneo, mi ha pervaso lo spirito di gratitudine per la loro testimonianza. Insieme in vita, laici apostoli dell’amore, e dunque insieme in morte, offerti come modelli della famiglia. Un sepolcro semplice, come la loro vita di sposi. Un bell’esempio di quale grandezza sia e possa essere la famiglia.
Nell’omelia pronunciata durante il Giubileo delle famiglie, dei bambini e dei nonni, Leone XIV ha confermato il senso di gratitudine:
“Negli ultimi decenni abbiamo ricevuto un segno che dà gioia e al tempo stesso fa riflettere: mi riferisco al fatto che sono stati proclamati Beati e Santi dei coniugi, e non separatamente, ma insieme, in quanto coppie di sposi. Penso a Louis e Zélie Martin, i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino; come pure i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, la cui vita familiare si è svolta a Roma nel secolo scorso. E non dimentichiamo la famiglia polacca Ulma: genitori e bambini uniti nell’amore e nel martirio. Dicevo che si tratta di un segno che fa pensare. Sì, additando come testimoni esemplari degli sposi, la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società”.
Santi nel matrimonio. Come tante nostre famiglie, vera icona dell’amore trinitario.