Cultura
Leone XIV echeggia Kierkegaard: timore e tremore

“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia”. Nelle parole di papa Leone XIV echeggia il titolo di “Timore e tremore”, un’opera di Johannes de Silentio, pseudonimo del filosofo Soren Kierkegaard.
Il Danese descrive la parabola di Abramo, anch’esso – come evidentemente papa Prevost – un servo del Signore, descrivendone il sentimento di angoscia per il sacrificio di Isacco, e al tempo stesso il suo abbandono fiducioso a Dio.
“Ma Abramo credette e non dubitò, egli credette l’assurdo” – scrive Kierkegaard, che così espresse il “paradosso della fede”. Per il pensatore, difatti, la fede è un assurdo, la cui risposta è proprio nell’abbandono a Dio, proprio come Abramo.
In “Timore e tremore” Kierkegaard esprime tutto il suo essere credente, anche una certa ortodossia, anche se la sua concezione, preoccupata del “salto nella fede”, non riesce a cogliere pienamente la logica dell’incarnazione.
Rimane la bellezza della fiducia. “Egli credette in virtù dell’assurdo, poiché ogni calcolo umano era stato da tempo abbandonato”.