Mario Carbone, il fotografo cosentino testimone del cinema documentario

L’artista originario di San Sosti partecipò ad una spedizione con Carlo Levi in Basilicata per documentare i luoghi di “Cristo si è fermato a Eboli”

La Calabria perde un’eccellenza. Si è spento all’età di 101 anni Mario Carbone, grande professionista della fotografia e del cinema documentario italiano. Nato a San Sosti in provincia di Cosenza, ha immortalato momenti salienti della storia dell’Italia con la sua macchina fotografica, registrando mutamenti nel campo della politica, evoluzioni culturali, artistiche e sociali. Apprese il mestiere dividendosi tra Cosenza e Milano, prima di finire a Roma dove visse fino alla morte e dove, sin dagli anni cinquanta, si immerse nella quotidianità vivace di una città in trasformazione, pur mantenendo un legame affettivo con la sua amata Calabria. Nel 1960 Carbone accompagnò Carlo Levi in un viaggio in Basilicata per documentare i luoghi del suo Cristo si è fermato a Eboli. In quell’occasione Carlo scattò all’incirca quattrocento foto, alcune delle quali vennero poi raccolte nel libro “Viaggio in Lucania con Levi” (1980) e vennero mostrate nel documentario dedicato al poeta, “Omaggio a Carlo Levi” (1983). Le sue immagini sono rimaste nella storia, per l’alto valore sociale, artistico e umano che hanno. Il maestro fu protagonisti di eventi epocali, che registrò con la sua strumentazione fotografica: le lotte contadine, operaie e sociali del Novecento, e i movimenti artistici contemporanei. Elisa Magri, dirigente della galleria d’arte Ciak, che Mario prese in moglie, l’aiutò a entrare nel mondo dell’arte. Carbone riuscì a documentare eventi come il Decennale del Nouveau Réalisme (1970) e la Prima Settimana della Performance (1977), oltre ad aver curato cortometraggi e serie educative per la scuola e la Rai (Artisti allo specchio). Tra i tanti riconoscimenti che ricevette vanno ricordati Tre Nastri d’Argento e il Premio San Marco. Nel corso degli anni Novanta, quando l’elettronica iniziò a prendere il posto del cinema documentario, Carbone fu costretto a chiudere la sua casa di produzione. Il suo straordinario patrimonio foto-cinematografico continua a vivere negli archivi e nelle collezioni del MoMA di New York, ma anche presso l’Archivio di Cosenza.