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La tradizione del presepe artistico di Macchia

Nel piccolo borgo di Casali del Manco, l'associazione culturale "Macchia antico borgo" presenta il caratteristico presepe artistico con un preciso messaggio teso a simboleggiare una ritrovata coesione tra le persone.

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La tradizione del presepe artistico di Macchia

La suggestione paesaggistica di Macchia, piccolo borgo del comune di Casali del Manco in Presila, è ancora più evidente nel periodo natalizio quando l’atmosfera del Natale enfatizza quello che è di per sé un “presepe vivente”. Anni passati Macchia ha rappresentato un presepe vivente realizzato in sinergia con il commediografo Rocco Chinnici, attratto dalla tipicità del territorio casalino. Tuttavia, l’animazione del momento della nascita di Gesù Cristo non è lungo storicamente di quanto lo sia, invece, il presepe artistico che a Macchia Carlo Furgiuele e i ragazzi dell’associazione culturale “Macchia antico borgo” realizzano da più di un ventennio.

In una casetta, esternamente piccola, all’interno delle viuzze si trova l’opera realizzata interamente a mano. Dentro la stanza dove si trova il presepe lo spazio non è amplissimo, perché l’opera ne prende la gran parte ma c’è la possibilità di osservare questa proposta di interpretazione e trasposizione della natività. Quello che si comprende subito è la forte attinenza delle case, dei personaggi e della struttura paesana simile alla conformazione stessa di Macchia. Infatti, Carlo Furgiuele lo chiarisce: “Ho voluto rappresentare le nostre cose, quelle che esprimono il nostro vivere quotidiano”. Infatti, la Sacra Famiglia non è in una grotta come si immagina di solito, ma sotto un arco di una casa. Non prende tutta l’attenzione dell’osservatore, ma ne impegna la vista a rintracciarne la presenza. In primo piano viene posto un fatto successivo alla nascita del Salvatore, la fuga in Egitto per sfuggire ad Erode.

Il messaggio chiaro che questo presepe vuole dare al visitatore lo spiega il presidente dell’associazione “Antico borgo” e curatore dell’opera Carlo Furgiuele: “In questa situazione strana, dove le persone di allontanano dal convivio, dove si assiste ad un continuo sfilacciamento di valori. Il presepe riavvicina le persone. Il presepe raggruppa, unisce. E’ un qualcosa che ci appartiene. Guardandolo penso alla pace, il messaggio non solo è mirato a cavalcare l’onda emotiva dell’attualità. Il significato di fondo è sempre lo stesso, cioè quello di riscoprire alcune cose che abbiamo perso”. Dietro c’è un lavoro durato più di anno per un costrutto interamente artigianale: “Il gruppo presepiale di case centrali è un lavoro di un anno e mezzo. Il resto è stato costruito nei 20 giorni precedenti l’arrivo del Natale. In questo lavoro l’apporto dei ragazzi è stato decisivo. Dietro quel presepe non c’è improvvisazione, ma una cura, un percorso tecnico lungo anno. Inoltre, ho voluto creare un connubio inserendo nella parte in avanti la fuga in Egitto di Gesù, Giuseppe e Maria”.

Il presepe artistico di Macchia lo si può visitare tutti i giorni dalle 17.30 alle 20.

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