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Cosenza, stai giocando col fuoco. Le responsabilità sono condivise tra tutti, ma ora serve una svolta

Un'analisi a caldo della situazione della squadra rossoblù, che risente di errori nella campagna acquisti e di una gestione societaria discutibile. Mentre la piazza si interroga sulle responsabilità di Braglia..

Cosenza, stai giocando col fuoco. Le responsabilità sono condivise tra tutti, ma ora serve una svolta

Il Cosenza calcio non vive un momento facile. La buona notizia è che ci sono ancora molti mesi di campionato, ma bisogna fare in fretta, perché i segnali negativi ci sono tutti. Come a dire, la B è un campionato molto livellato,la classifica non è definitiva,  ma va guardata con estrema preoccupazione. In questa stagione 2019 - 2020 il Cosenza non riesce proprio a carburare. Dopo più di un terzo del torneo, questo è preoccupante. Lo schema della stagione appare chiaro: i lupi perdono nel finale oppure, dopo esser passati in vantaggio, si fanno rimontare.

Un refrain che, senza equivoci, si traduce in: fragilità e condizione precaria. Non è un segnale positivo, dopo 4 mesi dall'inizio del campionato. La piazza si attendeva di più, dopo un campionato a buon livello e un entusiasmo ancora alto.

Invece, le difficoltà del Cosenza stanno emergendo giornata dopo giornata facendosi sempre più chiare. La squadra non ha carattere, non riesce a produrre una scossa durante le partite, tante volte denota una mancanza di grinta e quasi di motivazione. La partita contro lo Spezia ne è stata l'esempio più grande. Di solito, quando è così, le colpe vanno soprattutto al tecnico. Ora la piazza si chiede quanto grandi siano le responsabilità di un allenatore che, quanto a carattere, non ha da imparare da nessuno. E siccome non sembra questo il caso in cui uno solo si possa prendere tutte le responsabilità della situazione, queste vanno condivise. La stagione non è iniziata nel migliore dei modi.

Il cattivo giorno, infatti, si vedeva dal mattino: dopo 3 giorni di ritiro silano Braglia alzava la voce perché la società portasse a termine al più presto le operazioni di mercato; subito dopo la fine della campagna acquisti la società sentì l'esigenza di convocare una conferenza stampa per giustificarsi per le scelte fatte (e non fatte); calciatori arrivati alla spicciolata e dalle liste degli svincolati, che hanno costretto il tecnico a reinventarsi formazioni e schemi. Tutto questo calfisce il muro delle sicurezze e crea crepe difficili da rimarginare. Ci sono tanti ingredienti negativi in questa annata. Ecco perché bisogna fare presto. Braglia, in conferenza stampa, non sarà mai anti - aziendalista, ma che troppe cose non vanno in questa precaria stagione lo si legge dalla sua mimica e dalla sua sottile ironia, che ha più volte espresso. Forse avrebbe dovuto dirlo anche lui stesso di più coram populo. E' anche vero, però, al netto di infortuni e calciatori fantasma, forse a fine carriera, che il tecnico rossoblù non è riuscito a trovare la quadra, tentando esperimenti su esperimenti. Anche questo non è un indice positivo. 

La gente si sta disincantando e gli spalti del San Vito sono più vuoti. La differenza anche solo con dodici mesi è evidente. La politica dei prezzi praticata dalla società non aiuta. La politica sul mercato neanche, se è vero che ampie frange della tifoseria, in più occasioni, non stanno perdendo occasione per far sentire la voce polemica nei confronti del presidente Guarascio. Sembra evidente che la campagna acquisti rossoblù è stata insufficiente nelle scelte e nella gestione, ancora una volta senza investimenti forti, ad ogni modo inadeguata alla categoria. Non dobbiamo avere paura di dirlo e di scriverlo.  La serie B è un patrimonio raggiunto dopo 15 anni, che a Cosenza vogliamo tenerci ben stretto. 

La stagione, ripeto, è ancora lunga, ma la sterzata bisogna darla ora per non trovarsi, in primavera, con l'acqua alla gola.  

Cosenza, stai giocando col fuoco. Le responsabilità sono condivise tra tutti, ma ora serve una svolta
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