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La manifestazione è stata trasmessa integralmente su Radio Jobel

Riaperta al culto a Canale la chiesa che fu di Gioacchino

La benedizione di monsignor Nolè al termine della fase dei restauri.

Riaperta al culto a Canale la chiesa che fu di Gioacchino
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Un posto immerso nella natura incontiminata alle pendici dell'altopiano silano. A Canale di Pietrafitta, è stata riaperta al culto, dopo i restauri, la chiesa di San Martino di Giove, che fu ultima dimora di Gioacchino da Fiore, che qui trovò la morte nel 1202. Un luogo di storica spiritualità, ma che dal 1765 era stato convertito in casa padronale. Ora, con la benedizione dell'Arcivescovo Francesco Nolè, ritorna alla propria vocazione originaria. Opera altomedievale, vide, tra gli altri, la presenza di Sant'Ilarione e di 28 monaci santi. Per la "storica giornata", come l'ha definita il sindaco di Pietrafitta, Antonio Muto, a Canale sono convenuti in tantissimi. Un momento atteso da tempo e che dà lustro a un sito storico dell'entroterra calabrese. A illustrare gli interventi, durati dal 2004 al 2015 è stato Pasquale Lopetrone, direttore scientifico del restauro della Soprintendenza Abap. "È stato un lavoro molto difficile, soprattutto riguardo all'eliminazione delle superfetazioni. Ma alla fine abbiamo recuperato questo patrimonio che mi ha dato la possibilità di comprendere Gioacchino".

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Lopetrone ha evidenziato le diverse vicende della chiesa. "Dopo 250 anni questa comunità locale, la Calabria e la Chiesa hanno nuovamente questo luogo emblematico. A illustrare lo stato della causa di beatificazione e canonizzazione di Gioacchino da Fiore è stato il postulatore, don Enzo Gabrieli, che ha evidenziato, tra le altre cose, le vicende della fama di santità dell'abate florense. "Nel tempo in maniera ininterrotta c'è stato il culto di Gioacchino" - il richiamo di don Gabrieli. "Questi otto secoli sono serviti all'approccio scientifico del pensiero di Gioacchino e quando la Chiesa lo riterrà opportuno si potrà andare nella direzione del riconoscimento di culto o della beatificazione equipollente". A concludere  è stato l'Arcivescovo, mons. Nolè, che h messo in evidenza la spiritualità del luogo e come "questo possa divenire un luogo di spiritualità nella sobrietà".

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