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La Via Crucis cittadina con il beato Francesco Maria Greco

"E' il giorno della misericordia" - l'esclamazione di monsignor Nolè che ha benedetto i tanti fedeli presenti sul sagrato della chiesa di San Nicola. Il Vescovo ha ringraziato il Signore per il dono della santità.

La Via Crucis cittadina con il beato Francesco Maria Greco
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Partecipatissima la Via Crucis cittadina, presieduta da monsignor Francesco Nolè, Arcivescovo metropolita di Cosenza - Bisignano. Venerdì santo che quest'anno è coinciso con il 25 marzo, giorno dell'incarnazione del Signore. "E' il giorno grande della misericordia, dell'amore di Dio" - commenta il presule. Percorso dalla parrocchia di Santa Teresa a quella di San Nicola, passando per il centro città. Le meditazioni delle 14 stazioni contemplate sono state tratte da alcuni scritti del venerabile Francesco Maria Greco, che sarà beatificato il prossimo 21 maggio allo stadio San Vito - Marulla di Cosenza. L'Arcivescovo, prendendo la parola al termine della cerimonia, ricorda la bellezza di avere affianco proprio tanti testimoni del Vangelo. "Voglio ringraziare il Signore per questo dono grande alla nostra diocesi, la santità. Abbiamo San Francesco di Paola, di cui domenica ricordiamo il seicentesimo della sua nascita. Abbiamo tanti beati, venerabili, tra cui il prossimo, Francesco Maria Greco, abbiamo gustato le sue riflessioni proprio preparate per la Via Crucis. Sono di un'attualità straordinaria". Serata freddissima, nonostante l'inizio della primavera. A portare la croce, per ogni stazione, due persone alla volta. A seguire il Vescovo bruzio. "Viviamo questi momenti di riflessione e di attesa dell'alba del terzo giorno, attesa della domenica, giorno di resurrezione". 

Il Vescovo dalla sera del giovedì santo ha visitato tutte le parrocchie cittadine. Dovunque - chiosa - "ho trovato tanta gente in preghiera, con cristiana compostezza, sobrietà delle liturgie". Un'occasione per ringraziare il Signore per il dono di una "Via Crucis senza spettacoli esteriori, ma con la Parola di Dio e la Croce. Senza crocifisso, perché Gesù vuole che ciascuno di noi partecipi a questo messaggio di amore". Lo stesso messaggio abbracciato dalle donne, sotto la croce e al sepolcro, il terzo giorno. La stessa esperienza di Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, quello che aveva chiesto a Gesù come si poteva rinascere dall'alto. Il mistero della croce vince tutto. "Davanti all'amore si vince ogni paura ogni buio della nostra coscienza, della nostra anima. Solo l'amore crea, tutto il resto, soprattutto l'odio, hanno il potere di distruggere. Noi vogliamo stare dalla parte dell'amore" - dice l'Arcivescovo. Parla del "grande dono gratuito del suo amore che ci salva. A una condizione: la croce. Non c'è altra strada. Ognuno di noi ha sua croce. Beati noi se sappiamo portarla con lui".

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