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Editoria: ci aspetta un futuro senza più carta?

Tutti i pro e i contro della rivoluzione elettronica

Editoria 2019

Il progresso elettronico ha reso estremamente più facile e accessibile pubblicare. In pochissimo tempo un testo viene reso virtuale, senza incontrare veti editoriali. È nato un vero e proprio libero mercato digitale, che offre visibilità a una costellazione infinita di tanti piccoli editori. Giganti della vendita on-line, come Amazon, danno linfa vitale a numerose aziende editoriali di modeste dimensioni. Il contraltare di questo scenario è rappresentato da una schiera di editori tradizionali che non si rassegnano a perdere lo “scettro” di insostituibili mediatori fra chi legge e chi scrive: per loro i libri sono opere d’arte che selezionano, curano e pubblicano con passione. Potremmo, quindi, definire le due realtà come universi paralleli che difficilmente si incontrano.

Vantaggi e svantaggi della rivoluzione elettronica

“La posta in gioca è alta: si tratta di vita o di morte – ha detto il direttore editoriale di Digital Book World, Jeremy Greenfield. In palio c’è il controllo dell’editoria”. Tuttavia, al di là degli aspetti strettamente commerciali o legali della vicenda, ci si interroga sugli effetti, che una simile rivoluzione culturale potrà causare dentro il mondo dei libri: e-book o cartacei che siano. Nonostante i vantaggi di royalty e la rapidità di pubblicazione, le grosse piattaforme digitali sono spesso portate a considerare i libri come qualsiasi altro bene per i consumatori, finendo per disinteressarsi alla delicata questione della revisione editoriale.

Gli editori di vecchio stampo, invece, profondono grande impegno nella realizzazione di un libro al quale dedicano più letture di bozze, una corretta impaginazione e un’elegante veste grafica. Anche questo lavoro scrupoloso di perfezionamento di un’opera ha il suo fascino, pur richiedendo molto tempo ed energia. I limiti sono sempre gli stessi: è necessario costruire una relazione con i lettori che si devono interessare e saper mantenere, perché il numero dei lettori cartacei scompare a vista d’occhio. Come sconfiggere, poi, il resto del mondo della parola scritta, che va on-line e diventa più corto?

La competizione è l’unica arma per emergere

Molti editori cartacei, infatti, sopravvivono a stento: l’ideale di scegliere e curare solo il meglio diventa ogni giorno più difficile da osservare, specie se non si sa come far fronte a tanti costi necessari per mantenere in piedi l’azienda. Così, una buona parte dei vecchi editori finisce per pubblicare, senza troppe selezioni, a patto di ricevere dagli autori un contributo economico. Occorre, inoltre, ricordare che anche le case editrici più affermate non possono prescindere da forme di comunicazione legate al web e dall’acquisizione di competenze e strategie nuove. Un’opera, per quanto bella, deve essere supportata da un’efficace strategia di promozione e di divulgazione: non si può chiudere una perla in un cassetto. Il lavoro di marketing deve essere pianificato alla perfezione. Non a caso, lo scrittore Amos Bronson Alcott scrive nella sua opera Table Talk : “è un buon libro quello che si apre con aspettativa e si chiude con profitto”.

Se da una parte i grandi gruppi editoriali vogliono restare “a galla” per non affogare, devono necessariamente industriarsi nel concepire modalità originali di distribuzione e prodotti diversi, con tutta la grinta necessaria a vincere i ciclopi sul loro stesso campo di battaglia. A questo punto sorge spontanea una domanda: quando un singolo individuo potrà decidere di (auto) pubblicarsi selezionando le modalità editoriali che preferisce, lo stile di titolo e immagini del testo, il prezzo e i canali di distribuzione, si potrà parlare ancora di libro? O solo di “merce”?

Per avere risposte concrete sarà necessario attendere: solo gli eventi futuri potranno svelarci se l’evoluzione in atto porterà a concentrare in poche mani il sapere informatico, o se ci troviamo agli albori di uno straordinario cammino di democratizzazione.

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