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Il primo mese di quarantena di Cosenza: ecco come si presenta la città stamattina

In un mese la città ha cambiato pelle, grazie alla maturità dei cosentini. Rispetto alla vita ordinaria, e al traffico abituale, ora tutto è cambiato. Siamo andati agli uffici del Comune, abbiamo percorso tutta la zona fino ad affacciarci su corso Mazzini. 

Il primo mese di quarantena di Cosenza: ecco come si presenta la città stamattina
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Cosenza celebra il suo primo mese di quarantena. Lunedì mattina, 6 aprile, sono le 10,30, e la vita, ai piedi dei sette colli bruzi, scorre "a tempo suo". E' il tempo della distanza sociale, delle mascherine e dei guanti. Ce li hanno tutti, per proteggersi dal rischio di questo virus subdolo e invisibile. La vita scorre, però, e anche se la maggior parte degli esercizi commerciali è chiuso o a ranghi ridotti, ci si prova a organizzare per le necessità quotidiane.

In questo ennesimo lunedì di coronavirus gli snodi viari della città sono tutti presidiati: polizia, carabinieri, vigili urbani. Paletta in mano, block notes in macchina, continuano a fermare quanti, su piazza Matteotti e viale Trieste percorrono le strade. Vietato "uscire per passeggiare", ma solo per le esigenze della vita quotidiana. Un lavoro prezioso, quello delle forze dell'ordine, in quelle che sono le settimane decisive per contenere il contagio.

Fondamentale, anche, la collaborazione dei cittadini, che bene hanno compreso il momento. Davanti ai supermercati, ai piccoli spacci alimentari, alle farmacie, finanche negli uffici pubblici la distanza minima è garantita. 

"Questa mattina c'é un numero maggiore di persone, che sono qui prevalentemente per certificati" - ci dicono all'ufficio anagrafe del comune di Cosenza. Sono in sette ad attendere in fila il proprio turno; per il disbrigo delle esigenze dei cittadini, l'ufficio ha predisposto alcuni giorni di apertura all'utenza. In questo periodo non si possono rinnovare le carte d'identità, anche alla luce delle decisioni del governo di prorogarne la validità. "Peraltro, con le cancellerie e i fotografi chiusi, dove farebbero le fototessere?", chiosano ancora dagli sportelli, rigorosamente protetti dell'Anagrafe. La fila è discreta anche all'URP di piazza dei Bruzi, con un vigilante attento a evitare piccoli assembramenti e a favorire la distanza di sicurezza tra gli utenti. Nessuno, invece, all'ufficio economato. 

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A corso Mazzini, il passeggio è limitato. Qualcuno porta con sé la spesa, per il resto, dalla prospettiva scelta, le persone si contano sulle dita di una mano. Lo stesso dicasi per le automobili: poche sugli snodi di traffico fondamentali come piazza Matteotti, corso Umberto e viale Trieste. Più semplice, invece, questa mattina, a pagamento delle pensioni avvenute, la gestione del flusso alle Poste Centrali, in via Veneto. Una decina di persone attendono di entrare rimanendo all'esterno della struttura, ma a una ragionevole distanza. "Ho deciso di proteggermi con questa piccola barriera di plastica e tenere maggiormente a distanza il cliente" - ci dice un edicolante -. "Anche se non come prima, riusciamo a vendere un discreto numero di copie di giornali". 

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Intanto, i pullman attraversano la città. A corso Umberto sono in tre ad aspettare la corsa, mentre al capolinea, dinanzi ai "2 Fiumi" non c'é nessuno. Sembra di poter dire che a questo nuovo stato cose la città si è abituata discretamente. Non era scontato, che fossimo così maturi. 

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