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Formarci secondo lo spirito della Laudato Si'

Nell'auditorium del complesso pastorale Cristo Salvatore di Mendicino si è svolto l'incontro organizzato da Azione Cattolica e Agesci sull'enciclica del Papa. Un confronto a più voci e grazie all'ausilio di esperti.

Formarci secondo lo spirito della Laudato Si'

Riecheggiano nell'auditorium del nuovo complesso pastorale Cristo Salvatore di Mendicino le note del Laudato Si' di san Francesco d'Assisi. Una lettura della enciclica di papa Francesco, per parlare de "la cura della casa comune". Una lettura a più voci, moderata da Roberto De Cicco, capo scout e giornalista di PdV, perché siamo "uniti da stessa preoccupazione", quella per il creato. Con uno sguardo e un cuore profetico. Un'idea nata dalla volontà dell'Azione Cattolica diocesana e del gruppo Scout 1 di Mendicino, insieme al nostro settimanale". La Chiesa cosentina riflette sulla Laudato Si', in un territorio, quello calabrese, che di noie ambientali ne ha tante. 

A far da padrone di casa e ad analizzare l'enciclica dalla prospettiva biblica, per "la contemplazione del creato", è don Enzo Gabrieli. "In questi giorni a Messa stiamo leggendo il libro della Sapienza Leggevamo alcuni passaggi sulla "incapacità dell’uomo di vedere nella bellezza del creato il creatore, dell'incapacità di cogliere le tracce che il Signore ci ha lasciato per ricondurci a lui. Essere e sentirci creature, limitati non è automortificazione". La cura della casa comune, violata già da quel peccato originale di disobbedienza. "Il nostro primo compito è quello di custodi del giardino dove ci ha posti. Papa Francesco con i fondamenti teologici dell'enciclica ci ha preso per mano e ricondotti all'inizio della nostra storia. Nel giardino che il Signore ha tirato fuori con la sua fantasia noi non siamo i padroni". 

Il Papa, in questa lettura, ha offerto diverse chiavi di lettura e richiamato alcuni "rischi e ferite del creato secondo le riflessioni della scienza". "Un Papa che parla di spazzatura riciclaggio dei rifiuti di spegnere le luci, non ci lascia con lezione  cattedratica e biblica" - riflette don Gabrieli. Cosa fare, allora? "Dobbiamo essere i primi a rimboccarci le maniche, cominciamo con uno stile nuovo. Cominciamo da casa nostra, proviamo a dare un piccolo segnale.

Natale Arcuri, ingegnere ambientale dell'Università della Calabria, entra nel concreto dell'enciclica: "stiamo rendendo il nostro pianeta invivibile, siamo stati capaci di modificare l'equilibrio energetico, che produce un certo surriscaldamento". Fra le criticità discusse, anche il debito ecologico e l'Over shot day, per il quale consumiamo di più rispetto a quanto potremmo. Arcuri ha poi proiettato una diapositiva spiegando alcuni indici di utilizzo sproporzionato dell'energia. "È necessario un nuovo modo di sviluppo, verso nuovi stili di vita" - ha detto, portando l'esempio virtuoso dell'Islanda e di alcune regioni della Germania. Il relatore ha quindi sottolineato come sia a livello locale che internazionale si stanno moltiplicando le iniziative. 

Gaetano Rizzuto, responsabile di Protezione Civile di Cosenza, è impegnato in prima linea nell'intervento nelle situazioni difficili. E non solo, perché la protezione civile opera sempre, "in tempo di pace", e opera interforze, "perché anche le forze dell'ordine sono di protezione civile". Un'alleanza per la casa comune. "Alla base dei disastri c'è sempre l'uomo che abusa dell'ambiente, della terra, della sua casa". La cronaca, purtroppo, aiuta. Le recenti alluvioni di Locri e Reggio Calabria, le cui immagini scorrono nell'auditorium, rivelano l' "insapienza dell'uomo" e debolezze di un territorio malato. L'umanità fragile che ha coperto di sabbia e su questa ha voluto costruire le sue strade, non potendo vincere il corso dei fiumi e l'erompere della natura. Allora, i segreti sono la prevenzione e la previsione degli eventi critici, per i quali un ruolo di rilievo assume il volontariato. "La loro importanza sta proprio nella formazione che essi ricevono per fare gestione dell'emergenza, soccorso e prevenzione". Essi sono "sentinelle e guardie del nostro territorio".

L'intervento conclusivo è quello di Giuseppe Schiumerini, presidente diocesano di Azione Cattolica, che ha fortemente voluto l'evento. All'orizzonte, l'importanza dell'educazione delle giovani generazioni. "Per l'Azione Cattolica in cui opero e per la scuola, nella quale insegno geografia, ho molto a cuore la preoccupazione della casa comune".

Il cuore deve fare innescare dei meccanismi, altrimenti è difficile creare prevenzione". Ma se il cuore è l'innesto, "ci vuole la ragione, il braccio, la mente per realizzare tutto". Schiumerini ha sottolineato l'importanza dell' "alleanza educativa", che parte anche dalla formazione. "Le abitudini rispetto alla vita quotidiana e gli esempi, anche i no per far crescere, la testimonianza", questi permettono l'educazione. Per cambiare rotta, la Laudato Si' è una grande bussola.

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