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A settembre si torna tutti in classe

Intervista alla Ministra Lucia Azzolina sui temi principali della Scuola Italiana

A settembre si torna tutti in classe

«A settembre si ripartirà in sicurezza. Stiamo lavorando, in collaborazione con il Ministero della Salute e con i sindacati, ad un protocollo di sicurezza che ha l’obiettivo di dare indicazioni precise su come comportarsi nel caso si verificassero delle situazioni di emergenza proprio a scuola. Sia chiaro, la scuola continuerà ad essere un posto sicuro, per gli alunni, ma anche per tutto il personale scolastico». Con queste parole la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, esordisce sul tema più caldo di questa estate 2020: la ripresa delle attività didattiche in presenza e in sicurezza, sia nelle scuole paritarie che statali, prevista per il 14 settembre. Come conseguenza dell’emergenza coronavirus molte famiglie, che hanno scelto per i loro figli il sistema paritario, inaspettatamente non hanno potuto coprire le rette mensili previste ed hanno rischiato di dovere ‘ritirare’, dal prossimo anno scolastico, i propri figli dalle Scuole. Il Ministero dell’Istruzione, nonostante le polemiche innescate dall'opinione pubblica, ha dimostrato vicinanza nel supportare le Scuole paritarie, anche a livello di sostegno economico.

Quale il ruolo e il valore della Scuola paritaria nella nostra società? Forse, il ‘nemico invisibile’ era un certo pregiudizio innescato da settori dell’opinione pubblica?

Guarderei ai fatti. Il Decreto Rilancio stanzia 300 milioni di euro per la scuola paritaria. Una risposta che il Parlamento ha dato per consentire a queste scuole di fronteggiare la crisi post-emergenza e per evitare ulteriore disagio alle famiglie che non devono pagare il prezzo di una pandemia che ha travolto tutto.
Sinergia, cooperazione, ascolto: solo alcuni dei termini “chiave” che stanno caratterizzando l’operato del Ministero dell’Istruzione in questi giorni così difficili. Quale pensa che sia il contributo che la rete scuole paritarie, al Nord come al Sud, possono apportare nei tavoli tecnici nazionali e regionali in tal senso?
I tavoli regionali sono un’occasione importantissima per ascoltare le esigenze di tutte le scuole presenti nei diversi territori. Avere la possibilità di ascoltare quante più voci possibili di chi la scuola la fa tutti i giorni, permette al Ministero dell’Istruzione di avere una rete di informazioni quanto più capillare possibile che consente di dare le giuste risposte in vista di settembre. 

La dispersione scolastica in Calabria è una “piaga” sociale: quali soluzioni potranno essere messe in campo per supportare il sistema d’istruzione nazionale e calabrese, durante la pandemia e, soprattutto, dopo?

Premetto che questo Governo, ancora prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus, si è impegnato con un Piano per il Sud, che ha presentato proprio qui in Calabria e che ha tra i principali obiettivi proprio quello del contrasto alla dispersione scolastica.
A dimostrazione del fatto che per noi è un tema centrale. Attraverso questo programma pluriennale stanzieremo importanti risorse economiche. Per quanto riguarda l’emergenza COVID-19, abbiamo assegnato 331 milioni di euro ai dirigenti scolastici, affinché ciascun istituto possa far fronte alle proprie necessità e possa far ripartire l’anno scolastico per tutti in sicurezza.
Combattere la dispersione scolastica significa dare la possibilità ai giovani di apprendere nuove conoscenze, di mettersi alla prova e di tirare fuori il proprio talento, ma soprattutto di crescere da cittadini liberi perché capaci di comprendere e scegliere. È fondamentale. Anche per questo, in vista della ripresa a settembre, abbiamo voluto stanziare 236 milioni di euro per dare libri gratis alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, venendo incontro a quelle famiglie che hanno avuto conseguenze economiche a seguito dell’emergenza.

La formazione di dirigenti scolastici e docenti, sia delle paritarie che della statale, sarà un punto nevralgico dell’agenda prossima del Ministero per supportare la rete scolastica nazionale ad affrontare questa sorta di “metamorfosi” della didattica, tra una Scuola che desidera “farsi presenza ed essere presenza” e una scuola che procede, a passo spedito, verso il mondo virtuale?

La didattica a distanza non potrà mai sostituire quella in presenza. Ma questo non significa demonizzarla. Anzi. L’utilizzo della tecnologia nelle scuole è un valore aggiunto che in questi mesi ci ha permesso di non lasciare soli i nostri ragazzi. Ma non solo, la conoscenza tecnologia sarà sempre più strategica, dentro e fuori dalla scuola. Quindi, nessuno mette in discussione che il posto degli alunni sia la classe, ma questo non significa che dobbiamo rinunciare ad una scuola più tecnologica. Per questo, come Ministero, ci stiamo impegnando con dei percorsi di formazione al digitale per il personale scolastico e i docenti con l’obiettivo di valorizzare le competenze maturate nei mesi di chiusura delle scuole.

In un momento di negatività e “disinformazione”, vuole lasciare un messaggio di speranza a chi, ancora oggi, spera nella Scuola come “motore primo” per il rilancio sociale post chiusura?

La Scuola è il futuro di un Paese. È il pilastro di qualsiasi società civile, senza cui nessuna comunità può accrescere il suo benessere, sia economico che sociale. Mi lasci ricordare che la scorsa settimana l’Italia ha potuto festeggiare un grande risultato.
Con il piano di rilancio appena approvato dall’Europa, grazie alla perseveranza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sarà possibile investire anche nella scuola, con lo scopo di diminuire il numero degli alunni per classe, di fare interventi sull'edilizia scolastica, di contrastare dispersione e povertà educativa. Questo rappresenta un passo epocale per la scuola italiana.

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