Chiesa
La Stanza delle lacrime per la commozione e la vestizione del nuovo papa

La sartoria Gammarelli prepara in anticipo tre set di abiti talari, cercando di prevedere le dimensioni fisiche del nuovo vescovo di Roma
In attesa che venga pronunciato, il prima possibile, il fatidico “Habemus Papam”, che consegnerà alla Chiesa cattolica il nuovo successore di Pietro, concentriamo la nostra attenzione su uno degli aspetti più pratici che riguardano da vicino il neo eletto. Terminata la votazione, il nuovo pontefice accetta l’incarico, sceglie il nome e si prepara alla sua prima apparizione pubblica dalla loggia della Basilica vaticana. Prima di farsi vedere dal mondo intero, si reca nella Stanza delle lacrime, una piccola anticamera dentro la sacrestia della Cappella Sistina. È un ambiente intimo e spoglio con un arredo veramente minimale: una rella appendiabiti, una croce, alcune foto della Vergine Maria, un divano rosso e alcuni resti di antichi affreschi sui muri. Qui avviene il rituale della vestizione sulla base di tre set di abiti talari di varie misure (piccola, media e grande) preparati in anticipo dalla Sartoria Gammarelli, che cerca di prevedere quelle che potrebbero essere le reali fattezze fisiche del nuovo papa. I paramenti comprendono la talare bianca in lana merinos, la fascia bianca con le frange d’oro e la mozzetta, una corta mantellina abbottonata. Il bianco è simbolo di sobrietà, di virtù e di luce. Questo colore fu scelto da Pio V quando salì al Soglio pontificio nel 1566 e, dopo di lui, i suoi successori proseguirono questa tradizione. In quest’angusto locale vi sono anche sette scatole bianche impilate che contengono, molto probabilmente, varie taglie di scarpe papali, ma anche albe, pianete e piviali indossati da vari pontefici nel corso degli anni (per esempio il piviale di Pio VI e la stola di Pio VII). La “Stanza delle lacrime” o “Stanza del Pianto” prende il suo nome in riferimento alle lacrime versate dai Santi Padri subito dopo l’elezione. Secondo Christopher Whitehead è definita così “perché il pover’uomo ovviamente si commuove fino alle lacrime all’essere stato eletto”, come nuova guida spirituale per un miliardo e 400 mila cattolici sparsi nel mondo. Il nuovo vicario di Cristo vive un momento di profonda riflessione ed è attraversato da tante emozioni, che vanno dall’intensa commozione alla gioia incontrollabile e, perché no, alla paura per il difficile compito che è stato chiamato a portare avanti. Si ricordano alcune curiosità interessanti relative all’elezione di alcuni pontefici del passato. Giovanni XXIII scoppiò in singhiozzi appena vide la talare bianca. La scelta di cucire tre taglie diverse di talari derivò dalla necessità di evitare la difficoltà di vestire Roncalli, basso e corpulento, il quale non poteva indossare gli abiti del suo predecessore Pio XII, più alto e più asciutto di lui. Benedetto XVI parlò addirittura di “ghigliottina” commentando la sua elezione nel 2005, mentre papa Francesco profferì l’espressione “Il Carnevale è finito, tengo le mie” al Maestro del Cerimoniale pontificio, il quale voleva che indossasse le scarpe rosse, che simboleggiano l’obbedienza del nuovo vescovo di Roma a Cristo e al sangue da lui versato per l’umanità. Sempre Bergoglio chiese di riutilizzare le talari già impiegate in passato da lui stesso e non usate da altri, evitando così che ne venissero realizzate di nuove. È stato forse il primo pontefice a presentarsi sulla loggia della Basilica di San Pietro, dopo la pronuncia dell’Habemus Papam, solo con la talare candida e senza paramenti.