Il cinema racconta il Conclave

L’universo cinematografico è costellato da pellicole che parlano del Conclave e dell’elezione del nuovo papa. Alcune sono diventate dei veri e propri cult, altre hanno cavalcato l’onda del successo nel momento in cui sono apparse nelle sale, altre ancora hanno sollevato critiche spesso acerbe sul reale svolgimento dell’assemblea cardinalizia. In vista dell’elezione del successore di papa Francesco, si può trascorrere qualche ora riguardando vecchi film o apprezzando i nuovi immessi sul mercato. Presentiamo una piccola selezione di film in ordine cronologico di uscita.

Il Cardinale (1963)

Diretto da Otto Preminger e tratto dall’omonimo romanzo di Henry Morton Robinson, il film è un piccolo gioiello che analizza il rapporto dell’uomo con la sua fede, attraversata da momenti di crisi e di debolezza. Il conclave rappresenta la cornice all’interno della quale si snodano le vicende di Stephen Fermoyle, sacerdote originario di Boston, nato in una famiglia cattolica irlandese. Il religioso ha modo di partecipare all’assise che porterà all’elezione del nuovo pontefice romano, seguendo il suo arcivescovo e percorrendo la sua strada che, da semplice vicario parrocchiale, lo porterà a diventare vescovo di Roma negli anni dell’avanzata nazista. La storia gioca molto sui dubbi della fede del giovane sacerdote, che non sa se seguire la via spirituale o quella della mondanità. Un film certamente ambizioso per i tempi in cui fu girato (siamo nell’America degli anni sessanta), che scorre con un certo ritmo e che ha regalato sequenze iconiche, come la lunga scalinata del protagonista nei titoli di coda iniziali, simboleggiante il suo lungo cammino verso la scoperta della fede in Dio.

L’uomo venuto dal Kremlino (1968)

Diretto da Michael Anderson e ispirato al romanzo Nei panni di Pietro (1963) di Morris West, questo film traccia la storia dell’arcivescovo di Leopoli, Kiril Lakota (interpretato dal grande Anthony Quinn), che viene liberato dopo vent’anni di prigionia in un gulag siberiano, grazie ad un accordo tra la Santa Sede e l’Unione Sovietica. Sono gli anni della guerra fredda e delle tensioni costanti con i russi. Giunto a Roma Kiril riceve l’incarico di lavorare nella Segreteria di Stato direttamente dal Santo Padre, allo scopo di creare relazioni diplomatiche con l’URSS. Il papa in carica muore e viene proposto il nome di Lakota come nuovo successore di Pietro, eletto per acclamazione. Il nuovo vicario di Cristo dovrà affrontare questioni spinose, come il rischio di combattimenti in una Cina poverissima. Il papa destinerà i suoi beni per aiutare i poveri di tutto il mondo. La pellicola, a metà tra science fiction e dramma, rispecchia la realtà politica del tempo, segnata dall’opposizione tra un Occidente democratico e un est sovietico cattivo.

La papessa Giovanna (1972)

Prodotto nel Regno Unito da Michael Anderson, il soggetto si basa su un’antica leggenda medioevale: quella della papessa Giovanna di origini inglesi, vestita in abiti maschili e diventata un monaco con il nome di Johannes Anglicus. Questa storia verosimile si diffuse nei paesi a tradizione luterana, allo scopo di screditare l’istituzione del papato divulgando l’idea che, nel nono secolo, ci fu una donna che, camuffandosi da uomo, riuscì a salire al Soglio pontificio, senza che nessuno se ne accorgesse. L’inganno fu smascherato solo con la sua gravidanza. La donna finirà linciata.

L’episodio “Il santo soglio” all’interno del film Signore e signori, buonanotte (1976)

Diretto da Luigi Magni, il film è ambientato nel 1500 durante un conclave molto teso, che si conclude con l’elezione papale del cardinale Felicetto de li Caprettari, interpretato da Nino Manfredi. Il grande e compianto attore italiano si finge un moribondo, per farsi eleggere papa e per far giustiziare i porporati che remavano contro di lui. Il prodotto italiano è un miscuglio di ironia, di sarcasmo e di sano divertimento, utili ad una descrizione magistrale del conclave, grazie anche alla bravura di grandi artisti come Manfredi, Scaccia e Graziani.

Angeli e demoni (2009)

Basata sull’omonimo romanzo di Dan Brown, la pellicola parla del periodo della Sede vacante conseguente alla morte del pontefice, e dell’attesa di una nuova guida spirituale. In questo avvincente sequel de Il codice Da Vinci, l’immaginario esperto di simbologia Robert Langdon (Tom Hanks) dovrà seguire antichi indizi nascosti per le vie di Roma, per svelare la verità circa la scomparsa di quattro cardinali, rapiti dalla setta degli Illuminati, in vista del conclave che porterà all’elezione del nuovo papa. Il film si caratterizza per una buona dose di suspense, per ottimi effetti speciali e per momenti di puro intrattenimento. Il prodotto è in gran parte frutto della fantasia del regista, che si pone sulla medesima falsariga delle invenzioni avanzate dallo scrittore statunitense. Ciò che interessa sono gli intrighi, gli enigmi, gli indovinelli, i doppi giochi e i conti alla rovescia, dentro una frenetica caccia al tesoro illogica.

Habemus Papam (2011)

Per la regia di Nanni Moretti, la storia parte dalla morte del papa e dal riunirsi dei cardinali in conclave. Viene eletto il cardinale Melville il quale, però, cade presto in preda a tanti dubbi e ad ansie, dovute alla paura di non essere capace di salire degnamente al Soglio pontificio. Tutto ciò lo fa cadere in depressione. Uno psicoanalista chiamato dal Vaticano aiuterà il pontefice a superare la sua crisi. Questo film riesce, attraverso l’ironia e l’eleganza, a parlare di fede, a suscitare emozioni e a far capire la complessità di un compito, come quello di essere guida della Chiesa romana. È un film intelligente e rispettoso del credo religioso, privo di preconcetti e lontano da critiche nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche.

Chiamatemi Francesco – Il papa della gente (2015)

Diretto da Daniele Luchetti, parla della vita di Beroglio partendo dalla sua giovinezza in America latina fino alla sua elezione al Soglio pontificio il 13 marzo 2013. L’opera presenta tutta una serie di flashback, che servono per ricostruire l’esistenza del protagonista sullo sfondo del conclave, accendendo i riflettori sul lato populista del nuovo papa, sulla sua vicinanza agli ultimi, sulla sua volontà di non voltare la faccia dall’altra parte, dinnanzi ai problemi sociali.

I due papi (2019)

Per la regia di Edward Berger, il film parla del rapporto esistente tra Ratzinger e Bergoglio, prima della rinuncia del primo e della successiva elezione di papa Francesco nel 2013. Si concentra sul passaggio di papato, accentuando la fase di incertezza di due uomini, che hanno a cuore il futuro della Chiesa. La pellicola è una ricostruzione fantasiosa basata su invenzioni e, per questo motivo, fu molto criticata dal vaticanisti.

Conclave (2024)

Pellicola diretta da Edward Berger e basata sull’omonimo romanzo di Robert Harris. Questo prodotto attira da tempo l’attenzione del grande pubblico e dei critici cinematografici, in particolar modo in questi giorni in vista dell’elezione del nuovo papa che raccoglierà l’eredità di Francesco. Se a ciò si aggiunge un cast stellare che include divi del calibro di Ralph Fiennes, Stanley Tucci e John Lithgow, ma anche i nostri connazionali Sergio Castellitto e Isabella Rossellini, veri e propri orgogli italiani, il successo era per forza assicurato. La trama è di per sé ricca di colpi di scena. Morto il papa Gregorio XVII, il decano Thomas Lawrence (interpretato da Ralph Fiennes) è chiamato a supervisionare i lavori per l’elezione del nuovo pontefice. Arrivano a Roma, da ogni parte del mondo, centinaia di cardinali per prendere parte all’elezione. Il lavoro, tuttavia, già minato dalle personali perplessità che attanagliano lo spirito del decano, viene ulteriormente compromesso dalla brama di potere e dai giochi politici dei potenziali candidati: un americano progressista, un canadese ambizioso, un italiano conservatore e un nigeriano, che aspira ad essere il primo pontefice africano nella storia della Chiesa. Chi la spunterà? Il thriller è fedele alle procedure canoniche del conclave, riunito in un Cappella Sistina magistralmente ricostruita sul set di Cinecittà. Tematiche come la fede e il dubbio, le fragilità umane e le qualità spirituali dei cardinali accompagnano la trama principale, incentrata sulla ricerca del nuovo vescovo di Roma. Non mancano gli intrecci che mettono in rilievo questioni attuali, tra cui le macchinazioni politiche, il rischio dell’omofobia e della corruzione, violenze e attacchi all’Islam. Un film di mistero e di fede, che indaga la complessità emotiva di uomini, chiamati a dover fare la giusta scelta per dare un nuovo inizio alla storia della Chiesa. La grandezza di Conclave non sta nella descrizione, conosciuta da sempre, dei segreti della Curia romana, ma nel racconto della natura umana, divisa tra l’ingannevole, il banale, il dubbio e la decisione finale.