Possiamo resistere serenamente a un giorno senza supermercati aperti, senza possibilità di fare shopping; possiamo resistere alle saracinesche abbassate. Potremmo chiamarla il respiro della vecchia normalità, una nuova ecologia
Editoriali
Una lettura a partire dalla pandemia per la cura del creato.
E' pronta a ripensarsi nuovamente recuperando lo spirito dei suoi Padri? In gioco c'è pure la finanza e la tenuta degli Stati, ci sarà pure il rispetto di vincoli di bilancio ragionevoli, tutti argomenti dignitosi e ai quali non ci si può sottrarre. Però c'è anche la capacità di costruire solide fondamenta sulle quali le singole Nazioni si sentano sicure, non da sole, sostenute.
Quanta profondità nelle ricchezze che i nostri padri ci hanno consegnato! Un tesoro da rispolverare per vivere in Dio il nostro tempo.
Servivano indicazioni chiare, ben spiegate e motivate. I contagi in Calabria sono decisamente meno di quelli di altre regioni d’Italia. Forse è possibile fare di più? Forse possiamo riaprire qualcosa prima?
Continuiamo a camminare lungo il sentiero intrapreso ricordando che in questa gara non vinceranno i più veloci, ma i più resistenti. Trattasi infatti di una maratona... dimentichiamo i 100 metri
Nessuno di noi può dire di non essere san Tommaso, nessuno di noi può contraccambiare la fedeltà di Dio. In nostro soccorso interviene proprio la misericordia di Dio.
Un incontro silenzioso, che solo chi ha occhi e cuore attenti può cogliere.
La tentazione è di fermarci alla via crucis, di sentirci inchiodati alla croce, preoccupati, come siamo in queste settimane, per la pandemia. Sembra quasi un paradosso dire che è Pasqua. Ma è Pasqua!
Dal brano del Vangelo della Domenica delle Palme una nuova speranza per questo tempo difficile: è il Signore che viene a farci visita, se noi non possiamo fisicamente andare da lui.
La passione collettiva di questa epidemia drammatica, vissuta nella solitudine o nella ristrettezza di spazi, di affetti, di amicizia, non può essere ricacciate in gola al Paese. Competenza, sensibilità politica e carità cristiana mai come ora dovranno sedersi intorno ad un tavolo comune.
Papa Francesco, solo e disarmato, ha scritto nella piazza la sua "enciclica" più bella
Un'analisi economica e sociale nella luce della spiritualità biblica in questo tempo difficile per il nostro Paese.
Ogni pomeriggio attendiamo le comunicazioni sull'andamento del contagio, intanto celebriamo un annuncio che ha cambiato la storia per sempre.
Eravamo un unico corpo con i nostri pastori, con i sacerdoti e i cristiani sparsi in Italia e nel mondo intero. Eravamo insieme a chi ogni giorno si spende e dona la propria vita per salvare altre vite. Eravamo con chi è nella sofferenza, perché malato o perché parente di un malato. Eravamo al fianco di chi ha perduto il proprio caro senza aver avuto la possibilità di salutarlo. Eravamo insieme a tutti gli uomini di buona volontà nel chiedere a Dio tramite Maria di fermare l’avanzata di questo virus.
Oggi ci sentiamo meno soli. Il Santo Padre domenica 15 marzo ha pregato dinanzi all'immagine della Salus Populi Romani e del Crocifisso miracoloso in via del Corso.
Sulle pagine dei social circola un video dell’alluvione nel paese di don Camillo. Lì il prete restò solo, dopo aver collaborato a mettere in salvo la popolazione con l’amico Peppone, per celebrare l’Eucarestia per il popolo e vigilare sulla cittadina
Il messaggio di papa Francesco a Bari per il recupero dell'insegnamento biblico, contro ogni stereotipo o paura, nella certezza che i semi del Verbo sono in tutti.
L'Italia non valorizza appieno la propria classe docente, alla quale non si riconosce il lavoro usurante e uno stipendio adeguato. Le statistiche ci condannano, ma intanto le risorse scarseggiano.
La riflessione del Cardinale Comastri al nostro settimanale sul Natale.
Oggi rischiamo di essere indifferenti dinanzi al presepe, mentre esso parla alla nostra vita e ci dice la sorpresa di Dio.
All'inizio del nuovo anno liturgico siamo chiamati a rimetterci in cammino tra i misteri di Dio, certi del suo amore misericordioso.
Verso l'assemblea nazionale Fisc. Un appuntamento per ripartire con più fervore
Forse nel 1938 don Nicoletti si era sbagliato! Ma PdV è pronta a mettersi nuovamente in piedi
La territorialità dei settimanali diocesani garantisce pluralismo informativo ed offre un unicum comunicativo che suscita interesse: la prossimità.
Si tratta di un lavoro lungo e faticoso, fatto di innumerevoli cadute e, forse, di piccoli risultati. Lo stile dovrebbe essere quello di sempre, quello insegnato e messo a punto da Gesù
Un segno di fede, un indice della cultura di un popolo. Ma per rieducare a Cristo bisogna partire dalla fede nella risurrezione, come la vissero i primi discepoli.
Violenza nei confronti di un bimbo nordafricano in pieno centro. Cattiveria gratuita di un singolo, una valanga di solidarietà
Due totalitarismi innescano la guerra, che era cominciata tra Giappone e Cina, in Europa: nazisti e sovietici che il 1 settembre invadono e poi si spartiscono la Polonia. Ed è stato un grande polacco, che aveva vissuto l’oppressione dei due totalitarismi e scrivere, alla fine della “guerra fredda”, nell’enciclica Centesimus Annus (n. 46) che “una democrazia senza valori si converte in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come insegna la storia”. Che non è maestra di vita, ma qualcosa può insegnarci. Sì, il monito è sempre quello: in questa terza guerra mondiale a pezzi, il nemico è ancora il totalitarismo, le sue forme “aperte”, ma soprattutto quelle “subdole”. Quelle del tempo presente, anche qui, davanti ai nostri occhi, nel nostro vissuto quotidiano.
L’enorme disponibilità di contenuti e la facilità di uso e riuso degli stessi può provocare disorientamento e può farci cadere in errore alimentando così quel processo di analfabetismo funzionale che, secondo alcune ricerche, “affligge” un italiano su quattro. E che può snaturarci rendendoci diffidenti verso chi riteniamo diverso, degli odiatori seriali o dei vendicatori fai da te. Magari seguendo i proclami e le promesse del politico attrezzato (social)mediatiacamente senza renderci conto che ognuno di noi dispone degli stessi mezzi e potenzialmente delle stesse competenze. Prenderne coscienza è il primo passo per non ritornare indietro e per propagare quel bene che inevitabilmente scaturisce dalla nostra umanità.