Oggi le insegnanti stiano attente a convocare i genitori o saranno loro a prendere le bacchettate.
Editoriali
Se avremo saputo nutrire di Cristo la nostra attesa, riceveremo in dono la comprensione del Natale come affermazione umile e risoluta del Dio che si è fatto uomo perché ha tanto amato il mondo. Questo renderà i cristiani capaci di narrare con il linguaggio della nostra cultura in continuo mutamento la perenne “buona notizia” che riguarda tutta l’umanità
Il Libano non un paese, è un messaggio
Sul versetto giovanneo: "La verità vi farà liberi" il messaggio del Santo Padre per la prossima Giornata mondiale per le comunicazioni sociali, che verrà celebrata nella solennità di Pentecoste 2018.
I dati sulla disoccupazione giovanile che non accennano a diminuire, pur in presenza di un miglioramento complessivo della situazione occupazionale; il numero dei giovani che se ne vanno all’estero in cerca di un lavoro, o di una fiducia che qui non trovano o di qualcuno disposto a scommettere sulle loro risorse. E poi i fatti di cronaca, come l’assassinio della giovane Noemi, uccisa dal fidanzato adolescente, da famiglie in disaccordo, da una burocrazia sempre troppo lenta rispetto allo scorrere della vita… In tutto ciò quale ruolo per gli adulti?
È in atto uno stravolgimento della generazione umana che, affidata alla tecnica e alla medicina, tende a pensare e a trattare l’uomo come un prodotto da sottoporre al controllo di qualità. Con gli "inevitabili" scarti.
Papa Francesco richiama nell'enciclica sul creato: la logica delle piccole cose, dei piccoli passi, a partire proprio dal nostro giardino di casa. Il male si vince con il bene e con l'impegno di tutti… Anche quando sembra divampare come un grande incendio, l'uomo con una goccia d'amore può vincerlo.
Abbiamo paura perché siamo così poco aperti alla speranza da non fare figli e percepiamo la forza e la potenza dei popoli che, anche se miseri, fanno figli. Abbiamo paura perché stiamo costruendo una Europa depressa, che lotta per l’eutanasia e il suicidio, come fossero diritti, e non abbiamo più la forza e la voglia di lottare per la vita.
Ora la mano più piccola ha lasciato la presa, senza voce né parole ha cantato un sofferto Nunc dimittis, trasmettendo un ultimo sussulto di pace e di gratitudine alle altre due mani. Ora paiono affrante le due mani rimaste, eppure in loro pulsa l’anelito della più piccola, pulsa la vita che hanno saputo trasmettere al di là di ogni male e di ogni ombra di morte. No, non hanno fallito quelle mani e grazie a loro non ha fallito l’umanità che è in ciascuno di noi.
L'estate, tempo per lo spirito, per la lettura, per aprire la mente, ma anche per stare in compagnia, in famiglia, per rallentare il passo dopo la frenesia dei giorni di lavoro. La nostra vicinanza ai poveri, agli ammalati e agli scartati.
Siamo sicuri che il problema sia legato solo al mondo del calcio? Purtroppo, no. Provate a rileggere quanto descritto sopra e ad applicarlo a tanti altri settori della vita di oggi e scoprirete quanti fratelli Donnarumma popolano la nostra società, in cui ormai i valori sono altri rispetto a quelli genuini di una volta e che se tutto va a rotoli è anche perché tanti giovani sognano di poter agire con l’arroganza dimostrata da Donnarumma e compari. Che autogol, che tristezza!
Fallimentari i due “grandi” appuntamenti della scorsa settimana. Non solo è stato ribadito che i migranti non potranno essere sbarcati da alcun’altra parte se non in Italia, ma siamo stati richiamati perché non abbiamo ancora svolto tutti i compiti a casa, a partire dall’aumento dei centri di detenzione sul territorio e dal rafforzamento del sistema dei rimpatri. Messaggio chiaro, dunque: meno solidarietà!
Alcune riflessioni sulla formazione dei candidati al sacerdozio, pastori di anime in una realtà secolarizzata. "Dio non deve essere inventato, ma trovato". Seminaristi oggi, tra spiritualità, dinamiche sociali e culturali e rinnovata missione evangelizzatrice.
Francesco auspica che con l’istituzione della Giornata mondiale dei poveri “si instauri una tradizione che sia contributo concreto all’evangelizzazione nel mondo contemporaneo”. In quest’orizzonte evangelizzatore comincerei col cogliere dal Messaggio tre indicazioni. La prima è un richiamo al magistero del Vaticano II. La seconda sta nell’incoraggiamento a stabilire “un vero incontro con i poveri e dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita”. La terza è nel legame tra l’incontro con Cristo nel povero e l’altro, sempre con Cristo, nell’Eucaristia.
Ricostruire la Calabria dalle sue fondamenta richiede la cura di un tumore che con le sue metastasi, come ha scritto un giornalista in questi giorni, ha infettato tante componenti sociali. Dobbiamo alzare l’argine del disaccordo, quello delle vie educative, della forza della libertà contro chi pensa di farci paura o di sottomettere questa terra e tenerla in pugno anche quando è condotto verso la prigione.
Non gli si debbono cucire indosso gli abiti degli eroi perché apparirebbero come modelli inarrivabili. Sarebbe più giusto, piuttosto, dipingerli per quello che erano: uomini come noi ma fedeli ai propri ideali di legalità e giustizia, per i quali hanno sopportato indicibili amarezze e pesantissime privazioni, servendo lo Stato fino in fondo anche a costo di morire.
La musica, lo spettacolo ed il divertimento non sono degli accessori, ma parte integrante dei percorsi educativi alla fede
Le immagini dei rami di palme per la liturgia dell’ingresso, macchiate di sangue, i luoghi di culto sventrati, richiamano il martirio di tanti fratelli che sanno dare la loro bella testimonianza e la loro adesione totale a Cristo nella sua Chiesa. Abbiamo un grande debito verso di loro.
Una calca accompagna Gesù: molti lo seguono per curiosità, altri per condannarlo, alcuni rimangono a distanza, per non essere coinvolti nell’accadimento, altri ancora si nascondono per non essere riconosciuti discepoli. Ogni gruppo può svelare la storia variegata di ogni uomo e, nello stesso tempo, ognuno di noi può sentirsi rappresentato dal gruppo.
Il 26 marzo 1967 veniva pubblicata la “Populorum progressio”, enciclica di Paolo VI. Cinquant’anni dopo, questo documento conserva ancora la sua attualità.
Bergoglio ci ha abituati a non considerare come punto di riferimento il centro, ma ad allargare l’orizzonte verso gli emarginati, gli esclusi, i poveri, i senza voce, gli elusi dai grandi circoli di pensiero. Forse è proprio questa la fatica più grande di chi continua a contestare, osteggiare o denigrare l’operato di Francesco. “Non lasciamoci rubare il Vangelo!”, continua a ripetere il Papa, esortando la Chiesa a un movimento di uscita da sé, a una missione centrata in Cristo, all’impegno verso i poveri. Un invito che offre una grande lezione per tutti.
A Napoli si è tenuto un convegno su Chiesa e lavoro, protagoniste le diocesi del Mezzogiorno. Un "nuovo corso", che coinvolgimento dei giovani nell'azione pastorale. Ma soprattutto la necessità di non impantanrsi in "piagnistei" e "paternalismi". Investire sulle giovani generazioni un compito necessario per la società. La parabola dei talenti così è capovolta.
La vicenda del giovane di Udine scuote le coscienze. L'indifferenza, come una bolla di sapone, genera disperazione.
Le prime decisioni del nuovo inquilino della Casa Bianca lasciano intravvedere una chiusura isolazionista e protezionista, rapporti tesi con il resto del mondo e, in sostanza, la negazione delle origini di una nazione fatta di immigrati. Ma le vicende del Novecento europeo dovrebbero insegnare qualcosa anche a "The Donald".
A partire dalla lectio di Massimo Cacciari a Cosenza
La comunicazione immaginata e proposta da Papa Francesco è a servizio di una cultura dell’incontro. Dice di un andare verso l’altro, ma anche disponibilità a fargli spazio e ad accoglierne il mistero. Dice di un donare e di un ricevere. Più semplicemente, dice reciprocità.
La mancanza di sensi di colpa connota i comportamenti più antisociali: lo stupro, il vandalismo fine a se stesso, l’abuso di bimbi indifesi, la crudeltà e il male senza senso, il bullismo e la violenza fra pari, il femminicidio.
L'ultimo discorso alla Casa Bianca di Michelle Obama ha fatto il giro del mondo, ma quante lacrime ogni giorno per le nostre strade oggi sono nel silenzio...!
Essere amici della Russia è importante, ma non può voler dire soltanto spartizione delle sfere di influenza in base a puri rapporti di potere. Se la Russia vuole essere davvero amica (e non padrona) dell’Europa, servono strumenti giuridici e istituzionali nuovi e condivisi, in cui tutti credano davvero. L’Europa faccia un passo aventi in questo senso.
Non ci si accorge di ciò che avviene nel Natale, perché lo si guarda con occhi mondani. Il mondo guarda e vede soltanto un lattante. E si scandalizza, o si annoia. Il cambiamento sta non in ciò che il mondo riesce a vedere, ma in ciò che ormai quel Bimbo vede. Il mondo cambia perché è il Bimbo che lo guarda, con la luce nuova dei suoi occhi puri.