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A 70 anni di distanza, l'Europa si ripensi come comunità solidale

E' pronta a ripensarsi nuovamente recuperando lo spirito dei suoi Padri? In gioco c'è pure la finanza e la tenuta degli Stati, ci sarà pure il rispetto di vincoli di bilancio ragionevoli, tutti argomenti dignitosi e ai quali non ci si può sottrarre. Però c'è anche la capacità di costruire solide fondamenta sulle quali le singole Nazioni si sentano sicure, non da sole, sostenute. 

A 70 anni di distanza, l'Europa si ripensi come comunità solidale

Oggi si celebra la Festa dell'Europa, nel giorno in cui Robert Schuman rese la celebre allocuzione a Parigi. Sono passati 70 anni da quel 9 maggio 1950. L'Europa, nel corso dei decenni, si è pensata e ripensata; è stata indagata ed esortata; critica e bacchettata. Ancor di più in questo tempo così particolare, in cui il virus ha unito nella stessa sorte e nelle stesse angosce popoli di ogni lingua e nazione. 

Sono di appena un mese fa i dibattiti intorno agli strumenti di sostegno finanziario agli Stati per uscire dalla fase di emergenza e consentire una stabilità economica. Di qualche settimana prima le polemiche intorno alle dichiarazioni di Von der Leyen sul supporto che le Istituzioni europee avrebbero dato all'Italia, che per prima fu colpita dal coronavirus. Ne sono succedute le bagarre sul Coronabond e sul Mes e su che tipo di Mes adottare, con una dialettica interna anche animata a cui non si è sottratto pubblicamente neanche il primo Ministro. 

Sono solo gli ultimi passaggi di un rapporto tra Stati e Istituzioni dell'Unione che quotidianamente propone spunti di dibattito diversi. 

Ma come sta l'Europa? E' pronta a ripensarsi nuovamente recuperando lo spirito dei suoi Padri? In gioco c'è pure la finanza e la tenuta degli Stati, ci sarà pure il rispetto di vincoli di bilancio ragionevoli, tutti argomenti dignitosi e ai quali non ci si può sottrarre. Però c'è anche la capacità di costruire solide fondamenta sulle quali le singole Nazioni si sentano sicure, non da sole, sostenute. 

Non scopriamo l'acqua calda se per l'Europa invochiamo la solidarietà, la coesione, la progettualità condivisa. Tanto più oggi questi imperativi etico - politici devono guidare la condotta dell'UE. Tuttavia, tali principi programmatici, che sono cornice dell'esperienza giuridica continentale, debbono tradursi in strumenti giuridici pratici, nella certezza di risorse, in senso lato, davvero "salva- Stati", nell'economia di regole condivise ma soprattutto ragionevoli. La pluralità di Istituzioni europee necessita di un coordinamento tale da non tradire la missione originaria dell'Europa, che è anzitutto comunità di persone.  

Disse Schuman: "L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto".

A 70 anni di distanza, l'Europa si ripensi come comunità solidale
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