Chiesa

I giovani e l'Europa? "Possono dare dissidenza. Una dissidenza positiva e santa, non certo di altro tipo. E cioè un andare controcorrente e poter dire con amore, passione ed entusiasmo, 'Il Re è nudo', vale a dire che l’Europa così rischia di essere nuda, di non avere più niente della sua ricchezza, della sua bellezza". Intervista al cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, a conclusione del Simposio europeo sui giovani che si è chiuso oggi a Barcellona in vista del Sinodo di ottobre 2018.

L’obiettivo è quello di dialogare con chi vuole aiutare i più bisognosi e far conoscere le opere di carità realizzate grazie alla solidarietà dei fedeli di tutto il mondo, siano essi religiosi, laici, società, enti o fondazioni, e le strutture che coadiuvano da vicino il Papa nell’esercizio della Sua missione.

Il teologo Angelo Maffeis traccia un bilancio dei 50 anni della Populorum progressio, più attuale che mai nell'epoca della "cultura dei diritti" e della globalizzazione. Il legame tra lo sviluppo umano integrale di Paolo VI e l'ecologia integrale di Papa Francesco. La direzione: dal "progresso dei popoli" alla "comunione dei popoli".

Con il cappellano del penitenziario di Milano, visitato sabato scorso da Bergoglio, tracciamo un bilancio della visita. "Francesco ha voluto salutare ciascuno, personalmente, ascoltando tante storie toccanti, stringendo a sé" i detenuti. "Ha detto: io in voi vedo Gesù", parole che lasciano il segno per chi vive dietro le sbarre. "Riportare il carcere  in un contesto civile e sociale può ricordarci che in prigione ci sono donne e uomini come noi".

Nella visita a Milano, Papa Francesco chiede alla città di ospitare le differenze, abbracciare i confini e le frontiere, dare accoglienza a chi ne ha bisogno. Un milione di persone alla Messa nel Parco di Monza. Al riparo dalle telecamere la visita alle famiglie delle Case Bianche e l'incontro con i carcerati di San Vittore. Ai cresimandi, un appello: mai più bullismo.

Diversi temi affrontati dal Santo Padre nell'incontro in Duomo. Dalla fede: "non dobbiamo temere le sfide, ma una fede senza sfide" alla "cultura della diversità", passando per lo "zapping" cui i giovani sono sottoposti e al ruolo dei diaconi, che "non sono mezzi preti nè mezzi laici". La vita consacrata per fermentare il mondo e avviare processi.

Il Papa ha ricevuto in udienza nella Sala Regia i 27 Capi di Stato e di governo dell'Unione europea e le loro rispettive delegazioni. Nel suo discorso, durato mezz'ora, Francesco è partito dall'affresco del nostro continente delineato dai padri fondatori per tratteggiare le indicazioni per il futuro.

Dal 1990 al 2016 sono stati uccisi 1.112 operatori pastorali cattolici. Nel 2016, secondo le stime Fides, sono stati 28, sei in più rispetto all'anno precedente. Per l’ottavo anno consecutivo il numero più elevato è nelle Americhe (12). È inoltre aumentato il numero delle religiose uccise, più del doppio rispetto al 2015. Si tratta di 14 sacerdoti, 9 religiose, 1 seminarista, 4 laici. In Africa sono stati uccisi 8 operatori pastorali, in Asia 7, in Europa 1 sacerdote. Tutti verranno ricordati nella XXV Giornata in memoria dei missionari martiri che la Chiesa italiana organizza il 24 marzo di ogni anno.

Intervista a don Marco Campedelli, autore dello spettacolo: "Ci sono dei temi su cui il Pontefice ha aperto la via per un ripensamento. Penso alla riflessione sulla possibilità del diaconato per le donne o alla questione dei 'viri probati'. Francesco è un uomo che pensa e si chiede 'perché no?'. Dopo il tempo dell’enfasi sulle chiavi di Pietro, Francesco ha capito che quelle chiavi non sono per chiudere ma per aprire. A lungo queste chiavi hanno chiuso. Ora Papa Francesco le usa per aprire le porte delle coscienze e del cuore delle persone".

La proposta delle 24 ore dovrebbe penetrare in tutti i nostri ambienti e rivelarsi un torrente impetuoso che, scorrendo, canta e invita ad essere ascoltato. Un momento in cui il dono si fa toccare con mano e imprime alla realtà il sigillo dell’amore e non quello dell’accusa. Un sacramento che attende di essere accolto e di poter plasmare e fare di noi tutti solo degli strumenti e degli annunciatori di misericordia perché portiamo in noi stessi quella Luce che contagia.

Papa Francesco si appresta a festeggiare quattro anni di pontificato. "Accoglienza" la parola d'ordine: verso i poveri e gli ultimi, verso i migranti, verso le famiglie e i giovani, verso i non credenti e i “fratelli” delle altre religioni. Per scongiurare la "terza guerra mondiale a pezzi" e lavorare artigianalmente per la pace.

Dal 6 al 10 settembre il Santo Padre visiterà le città di Bogotá, Villavicencio, Medellín e Cartagena. Parla monsignor Luis Manuel Alí Herrera, uno dei tre vescovi incaricati di organizzare il viaggio papale: "C’è ancora un senso di grande insicurezza e la mancanza di pace si vede anche nella situazione di sconvolgimento etico delle famiglie, nei giovani senza speranza, nella crescente corruzione. E’ importante portare speranza, tutta la nazione dev’essere coinvolta nella pace".

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e del Ccee, racconta il “senso” degli incontri ecumenici con il Patriarca Kirill e il Patriarca Bartolomeo I e riflette sulle prospettive future per il Vecchio Continente, alla vigilia del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma