Sport

Amore e sport: il binomio che rende umani gli atleti. Persone che non sono solo muscoli e adrenalina, ma donne e uomini consapevoli che il muscolo cardiaco è il più fragile e il più potente. Lo racconta il giornalista Alberto Caprotti in "Giochi d'amore", nei suoi vent'anni di Olimpiadi.  Storie d'amore come elemento essenziale della vita sportiva dei protagonisti: quando c’è e quando tarda, quando scappa e quando torna, quando è bugiardo e quando è matto, quando è finito e quando dura anche dopo la morte

La magia di Cavallaro traghetta la banda Roselli in terra pugliese contro il Bari. Nel finale il furetto palermitano ha discusso con i tifosi presenti in Tribuna A.

Incontro con “Lele” Vietti, campione di tennis ai Trisome Games di Firenze. “Il tennis - racconta - mi libera, mi dà uno sfogo, anche se in campo sono abbastanza tranquillo e il mio stile è pulito, senza sbavature. Mi ispiro a Roger Federer, il mio tennista preferito: però adesso io sono il numero 1 del ranking e lui no, l’ho superato ed è un’emozione bellissima”.

Ha partecipato alle Olimpiadi estive di Pechino 2008, di Londra 2012 e adesso a Rio de Janeiro 2016. Presente anche a quelle invernali di Vancouver 2010 e Sochi 2014. Ha accompagnato la squadra italiana ai Giochi Europei di Baku e a quelli del Mediterraneo di Pescara e Mersin. Nel 2009 ha seguito l’Atletica Italiana ai Campionati del mondo di Berlino. Non è un atleta don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, ma il cappellano al seguito delle squadre azzurre. Nell'imminenza delle Olimpiadi di Rio, il 5 agosto, e a pochi giorni dalla sua partenza per il Brasile (24 luglio), don Mario parla al Sir del suo ruolo di cappellano: "Non un coach dell'anima, ma una presenza discreta che esprime la vicinanza della Chiesa" al mondo dello sport.