Papa in Belgio: messa allo stadio, “non essere di scandalo a nessuno con la nostra presunzione e rigidità”
Il Pontefice nella Messa conclusiva del suo viaggio aposotlico in Belgio: “La comunità dei credenti non è una cerchia di privilegiati, è una famiglia di salvati, e noi non siamo inviati a portare il Vangelo nel mondo per i nostri meriti, ma per grazia di Dio"
“La comunità dei credenti non è una cerchia di privilegiati, è una famiglia di salvati, e noi non siamo inviati a portare il Vangelo nel mondo per i nostri meriti, ma per grazia di Dio, per la sua misericordia e per la fiducia che, al di là di tutti i nostri limiti e peccati, egli continua a riporre in noi con amore di Padre, vedendo in noi quello che noi stessi non riusciamo a scorgere”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa nello stadio di Bruxelles, davanti a 35mila persone, in cui ha messo in guardia dal “pericolo di scandalizzare, cioè di ostacolare il cammino dei piccoli” . “Per questo ci chiama, ci invia e ci accompagna pazientemente giorno per giorno”, ha spiegato nell’ultimo momento pubblico del suo viaggio apostolico in Lussemburgo e Belgio. “E allora, se vogliamo cooperare, con amore aperto e premuroso, all’azione libera dello Spirito senza essere di scandalo, di ostacolo a nessuno con la nostra presunzione e rigidità, abbiamo bisogno di svolgere la nostra missione con umiltà, gratitudine e gioia”, l’indicazione di rotta di Francesco: “Non dobbiamo risentirci, ma piuttosto rallegrarci del fatto che anche altri possano fare ciò che facciamo noi, perché cresca il Regno di Dio e per ritrovarci tutti uniti, un giorno, tra le braccia del Padre”.
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