Un pontificato che parte dal cuore

Roma, 16 febbraio 2025: Papa Francesco ricoverato nell'Ospedale Policlinico Gemelli per bronchite - (Foto Calvarese/SIR)

Oggi, 13 marzo, questo pontificato raggiunge il suo dodicesimo anno. Questa tappa il papa la sta vivendo in ospedale e sono finalmente arrivate le prime notizie confortanti su un quadro clinico complesso e fra valanghe di fake news, migliaia di interpretazioni e valutazioni mediche del caso senza avere mai visto uno straccio della cartella, il vociare continuo di fatalisti e la silenziosa preghiera che silenziosamente sale dal cuore di tanti credenti da ogni angolo della terra.

Francesco da quella sera del 13 marzo è entrato nel cuore della gente, ha bucato lo schermo con un semplice buonasera e chiedendo soprattutto la benedizione al suo gregge. Da allora, come da fresca sorgente, il papa che ha assunto il nome del poverello d’Assisi, non ha smesso di scuotere e di stupire, insegnando dalla cattedra della vita, candidandosi ad essere conosciuto come il parroco del mondo.

In questo periodo stiamo vivendo un mese di attesa e di speranza per la sua salute, ben sapendo le difficoltà che si porta dietro da una vita, ma oltre l’impenetrabile bolla, necessaria, creata intorno alla sua persona, ci piace pensarlo si con il passo affaticato e stanco, come lo abbiamo visto in questi mesi, ma sempre con la mano ferma al timone della barca di Pietro.

Poche settimane prima della malattia che lo ha portato a questo lungo ricovero aveva consegnato “Spera”, la sua autobiografia. Non una interpretazione del suo Pontificato, ma il racconto di una vita, fatta di episodi e di trame nelle quali lui per primo ha colto la mano della Provvidenza e le sue imperscrutabili vie. Sin dal naufragio della nave Mafalda, che i suoi nonni non avevano fatto in tempo a prendere per emigrare in Argentina. Francesco è nei suoi racconti, e così Lui vuole insegnarci a leggere anche la nostra vita, guidata dalla mano di Dio e intrisa di speranza e di attesa, perché questi sono i verbi dell’azione di Dio. Esperar in spagnolo ha tutti e due i significati. Quanto lo capito abbiamo ancora di più in queste settimane della sua malattia.

Le tappe della nostra vita sono fatte di ricordi, di luci e di ombre, di quella che una parola chiamiamo “la memoria”. Papa Francesco, da uomo saggio che ne ha visto passare di acqua sotto i ponti, ci insegna a guardare bene, a guardare con il cuore e a ripetere, quasi come una litania, “non ricordo niente in cui non ci sei Tu Signore”.

Buon anniversario Santo Padre, buona guarigione.