Meditazione sul Venerdì Santo

VENERDÌ SANTO, giorno in cui Gesù muore in croce, quella croce che ricongiunge cielo e terra in un unico abbraccio d’amore. Un amore vissuto nell’estrema sofferenza, un amore in grado di superare qualsiasi ostacolo umano, un amore che santifica la morte che, da atto finale nella vita dell’uomo, diventa punto di partenza per un’esistenza nuova, rinnovata, purificata dagli errori. In questo giorno di silenzio e raccoglimento noi cristiani siamo chiamati a sostare ai piedi della Croce, a stare lì come ha fatto Maria rivolgendo a Dio le nostre preghiere, in vista del grande giorno in cui il peccato è sconfitto del tutto e la luce irradia il mondo. Tutto tace oggi, tutto piomba nel silenzio, tutto ruota attorno alla Croce, su cui Dio ha riversato il suo amore per noi attraverso il sacrificio del Figlio. Tutto è compiuto, tutto è stato detto, tutto è stato dato. A noi, ora, di piegare le ginocchia e di professare, come solo sa fare il pagano centurione, che davvero Gesù è il Cristo di Dio. Lo è. E quella croce, per noi discepoli, diventa luminosa, segno di salvezza, esplicita e definitiva testimonianza d’amore. Quella croce che dovrebbe pendere sulle nostre scelte, che dovrebbe orientare tutte le nostre decisioni. Croce diventata unità di misura dell’amore che Dio ha per noi. Fermiamoci ai suoi piedi nel silenzio dell’anima: fino a questo punto siamo amati.