Chiese di Calabria
La Via Crucis all’Unical nel segno dell’amore

La meditazione del vescovo di San Marco – Scalea, mons. Stefano Rega, al termine del pio esercizio svoltosi tra i cubi dell’Ateneo cosentino e organizzato dai padri Dehoniani
“Questa croce dice di uno che ci ama da morire. Ed è il Signore”. Lo ha detto il 9 aprile sera mons. Stefano Rega, vescovo di San Marco Argentano – Scalea, presiedendo la Via crucis all’Università della Calabria. Il pio esercizio, quest’anno incentrato sull’Amore con scritti di don Tonino Bello, è organizzato dai padri Dehoniani. “Una persona può amare, può fare del bene, può preoccuparsi degli altri, magari pensando di dare il minimo, l’ordinario, ma qui – ha detto indicando la croce – siamo davanti a uno che ci ama in modo esagerato, in modo straordinario, che non si accontenta di fare del bene o di dare qualcosa, o il tempo che rimane, o quello che non gli serve o quello che è di più, ma che è stato capace di dare tutto, il meglio di sé, cioè la propria vita”. Mons. Rega ha evidenziato che “può essere tragico non sentirci amati, pensare che non c’è nessuno che ci ami, che si prenda cura di noi, che ci pensi, che ci chiami”, perché “abbiamo bisogno di essere visti, di essere guardati”. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto il vescovo di San Marco – che qualcuno si accorga di noi. Abbiamo bisogno di essere amati”. E “la Via crucis stasera ci dice che c’è qualcuno che ci ama così, che ci ama veramente, che ci tiene in vita”. Da qui l’appello ai giovani. “Come aquile siamo stati chiamati per volare alti. Amiamo nel cercare di accogliere, di perdonare, di condividere, di creare ponti”. Così “abbiamo la capacità di schiodare dalla croce i tanti che vi vengono inchiodati”. “Quante persone inchiodiamo – ha proseguito – a volte, anche attraverso i nostri sguardi, i nostri giudizi, le nostre condanne, i nostri pensieri affrettati, le nostre parole. Invece sono persone che hanno bisogno di essere amate, accolte, perdonate, integrate. Moltiplichiamo i contesti familiari, sociali, culturali, i contesti anche scolastici, luoghi in cui tutti si sentano accolti, amati, messi al centro, guardati”.
Alla preghiera ha partecipato anche mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo metropolita di Cosenza – Bisignano. Il presule, al termine del rito, ha augurato a tutti i presenti una buona Pasqua.



