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Il Natale con i detenuti di mons. Nolè

L'Arcivescovo ha visitato la Casa circondariale di Cosenza per gli auguri natalizi. Anche un segno da parte della diocesi bruzia.

Il Natale con i detenuti di mons. Nolè

"Come ci è stato chiesto da papa Francesco, abbiamo voluto dare, grazie alla Caritas diocesana, un segno che rimane". Lo ha detto alla vigilia di Natale ai detenuti della casa circondariale di Cosenza il Vescovo, monsignor Francesco Nolè, consegnando in loro favore, tramite i responsabili e il cappellano, un contributo in denaro per l'installazione di antenne paraboliche per la ricezione della televisione satellitare. "Questa è per voi una finestra aperta al mondo, perché possiate godere dell'informazione, dello sport, dei documentari" - ha detto l'Arcivescovo.

Lo stesso segno, lunedì scorso, mons. Nolè ha compiuto con i detenuti del carcere di Paola. Nell'occasione dell'incontro a Cosenza il presule ha spiegato il significato del giubileo e detto ai detenuti che "ogni volta varcheranno la porta della propria cella, riflettendo sul significato, potranno acquistare l'indulgenza plenaria, un dono straordinario che ci ha fatto il Papa". Nei prossimi mesi sarà lo stesso mons. Nolè ad aprire, significativamente, la porta della misericordia nella cappella del carcere, dove si è tenuto l'incontro natalizio,

Un incontro di ascolto e riflessione, che ha visto i saluti di Filiberto Benevento, direttore della Casa circondariale "Sergio Cosmai" di Cosenza e del cappellano, don Giancarlo Gatto.

Ascoltando il messaggio di uno dei detenuti, mons. Nolè ha sottolineato l'importanza della "libertà interiore nella quale esprimete la vostra dignità", "anche se siete costretti a stare qui". A loro ha spiegato il senso del Natale e l'importanza della nascita di Gesù nel cuore di ciascuno. Salutandoli uno per uno, li ha invitati a "non lasciarsi schiacciare dalle sofferenze",  ma a riconoscersi "non come schiavi delle varie dipendenze, ma come figli di Dio". Al termine dell'incontro, cui hanno partecipato un centinaio di detenuti, anche grazie alla presenza di rappresentanti di diverse confessioni che operano a vario titolo nella casa circondariale, è stato recitato il Padre Nostro

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