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Per Gesù gli animali erano amici speciali

Ai primi di dicembre nelle librerie un libro di don Pierluigi Plata sugli animali citati da Cristo nel Vangelo. Ognuno è un simbolo ricco di significato. Sono quasi quaranta le specie richiamate, in più occasioni, dagli evangelisti.

Per Gesù gli animali erano amici speciali

Cani, pecore, pesci, uccelli, anche cavallette, pulcini, moscerini, corvi… Sono alcuni degli animali citati da Gesù nel Vangelo. Ne parla don Pierluigi Plata, un sacerdote di Brescia, attualmente cappellano militare, nel libro “Fratello Agnello. Sorella Volpe”, nelle librerie in questi giorni, in occasione dell’inizio del Giubileo della Misericordia, sulla scia dell’enciclica “Laudato si’” e all’approssimarsi del Natale. “Nel presepio – sottolinea il sacerdote – viene subito richiamata la presenza degli animali, oltre la Sacra Famiglia”.
Don Pierluigi, qual è la peculiarità del suo libro rispetto ad altri che pure si sono occupati di animali presenti nella Bibbia?
“La specificità, rispetto a lavori del genere già esistenti, è quella di non fare riferimento ad altri passi della Bibbia, ma unicamente agli animali menzionati nel Vangelo. Spesso, infatti, ci si appoggia su come veniva considerato lo specifico animale nel pensiero ebraico, nella tradizione anticotestamentaria, tralasciando come effettivamente Gesù considera quell’animale. Io bypasso tutto questo, cercando di evidenziare perché Gesù nei suoi discorsi desidera intenzionalmente menzionare quel tipo di animale. Così facendo si riesce a cogliere in pienezza la novità che il Figlio di Dio è venuto a portare, anche rispetto al mondo animale”.

Gesù come si pone di fronte agli animali?

“Nella vita di Gesù gli animali sono quasi una costante, dei veri e propri compagni di viaggio che lo aiutano a trasmettere il suo messaggio di salvezza per tutti gli uomini. Ogni animale menzionato nel Vangelo – sono quasi quaranta richiamati più volte da tutti gli evangelisti – è sempre tenuto in grande considerazione e salvaguardato. Basti pensare all’agnello al quale Lui si sostituisce, divenendo l’unico ed eterno Agnello che si immola per tutti. E questo vale anche per colombe, tortore, capretto e persino per il vitello grasso. Ma anche per altri animali meno noti, come i corvi. Anche a questo volatile, che comunemente non gode di molte simpatia da parte degli uomini, il Padre celeste provvede”.
Come sceglieva Gesù gli animali da citare nelle sue parabole?
“Innanzitutto, gli animali sono presenti principalmente nelle parabole, ma non unicamente in esse. Solitamente la scelta è legata agli animali più diffusi e conosciuti al tempo in cui viveva Gesù e dal messaggio che vuole veicolare. Possiamo trovare un esempio nella parabola del ricco e del povero Lazzaro. In questa narrazione, che sembrerebbe già completa con la contrapposizione tra i due protagonisti, Gesù volutamente inserisce un cane che si accorge della situazione di difficolta del povero e, materialmente, gli accarezza le ferite e le piaghe.

Un cane, senza che gli si chieda nulla, aiuta chi vede nel bisogno, mentre un uomo non si accorge, o peggio, fa finta di niente”.
Oggi il tema degli animali è di grande attualità anche per le parole di Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’…
“In più parti dello scritto pontificio sono menzionati gli animali. Due, tra i tanti, mostrano chiaramente il punto di vista del Papa. ‘Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature’, scrive il Pontefice. ‘Il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone. Ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana’, aggiunge”.
Alcuni, però, ritengono che siamo più sensibili agli animali che a bambini e persone abbandonate: lei che ne pensa?
“Questa domanda sta all’origine della decisione di scrivere il libro. In quanto prete a contatto sempre con la gente ho sentito la necessità di un approfondimento del tema, dando alcune linee guida per coloro che, soprattutto da credenti, amano gli animali e li considerano giustamente non un soprammobile o un optional ma neppure, tanto meno, un sostitutivo di qualcosa o qualcuno. C’è veramente tanta confusione con il rischio di sovvertire l’ordine posto dal Creatore. Tuttavia, questa erronea tendenza di essere più sensibili agli uni piuttosto che agli altri non può essere solo condannata e basta, va cercato un dialogo costruttivo. E quanto spero susciti il libro”.
Il suo libro a chi si rivolge?
“È un libro per tutti, credenti e non, interessati a capire meglio come il messaggio di Gesù abbia tenuto il regno animale in grande considerazione, tanto da trasformare questi ultimi in simboli ricchi di significati. Riaccendere i riflettori su alcuni animali per troppo tempo considerati comparse insignificanti è un modo per ritornare sulla parola di Gesù e sui suoi insegnamenti”.

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