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Sì al pluralismo educativo. Le prime pagine dei giornali diocesani

I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, considerano pericolosa la sentenza della Cassazione sui due istituti parificati livornesi. "Le scuole cattoliche - rilevano le testate Fisc -sono una ricchezza per il territorio e per tutto il Paese".

Sì al pluralismo educativo. Le prime pagine dei giornali diocesani

“Una sentenza non giusta e pericolosa”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, non hanno dubbi al riguardo della sentenza della Cassazione dello scorso 24 luglio che ha stabilito che due istituti cattolici livornesi, gestiti da religiose, dovranno pagare gli arretrati Ici-Imu per gli anni dal 2004 al 2009. L’attività di formazione portata avanti in questi istituti non è assolutamente paragonabile ad alcuna attività imprenditoriale o commerciale come invece la sentenza sostiene”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: la situazione in Italia, le vacanze, la cura dei territori e la vita delle diocesi.
Libertà di educazione a rischio. “Una spallata alla libertà di educazione”. Le riflessioni sulla sentenza della Corte di Cassazione sui due istituti parificati livornesi manifestano grande preoccupazione per i possibili risvolti. Chiara Domenici, direttore della Settimana (Livorno), scrive sule scuole cattoliche, il Comune di Livorno e il contenzioso tributario Ici-Imu: “Bella linea, fare la guerra a chi sostiene le famiglie e l’educazione sul territorio! Bella vittoria davvero. Vedremo se al Comune saranno altrettanto ‘soddisfatti’ quando le scuole paritarie, non potendo pagare queste ingenti somme, chiuderanno, lasciando a casa più di 1000 ragazzi tra asilo e classi primarie, vedremo come saranno in grado di gestire questa ‘emergenza’”. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), evidenzia: “Con questa sentenza della Cassazione, l’Italia si rivela indietro anni luce dalle principali democrazie europee, perfino nei confronti della laicissima Francia. Se vuole essere davvero democratica e moderna, l’Italia dovrà arrivare al più presto a riconoscere il pluralismo educativo”. Il Popolo (Tortona) rilancia un editoriale del direttore del Sir, Domenico Delle Foglie: “La sentenza della Corte di Cassazione che ha inflitto il pagamento dell’Ici arretrata ad alcuni istituti scolastici parificati in favore del Comune di Livorno è oggettivamente, comunque la si guardi, una spallata alla libertà di educazione. Il retrogusto della sentenza è ideologico e non sorprendono gli applausi che vengono dai settori più ideologizzati sia della società sia del Parlamento”. Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), osserva: “Tocca alle scuole cattoliche. L’erosione è continua, lenta. Ancora un segnale del crollo del sistema cattolico di istituzioni, strutture, agenzie, realizzazioni che la storia ci ha consegnato? La sentenza che chiede il pagamento dell’Ici per le scuole paritarie, se sarà attuata in tutta Italia, significherà la sparizione dell’impegno diretto della Chiesa nel campo dell’educazione scolastica, Brescia compresa. Un colpo che si aggiunge ai tanti in altri settori dell’impegno cattolico già in difficoltà”. Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), avverte: “Non mi sembra un caso che dopo tutta la bagarre sull'imposta comunale sugli immobili (Ici) della Chiesa ora ci si voglia accanire ulteriormente sulle scuole cattoliche che rappresentano il 57% del totale delle scuole private, il che equivale a 7116 secondo i dati del ministero relativi al 2008-09. Le scuole private in Italia, cattoliche e laiche, sono 21,76% (su 57.579)”. Gente Veneta (Venezia) sottolinea: “Se davvero le scuole paritarie - prendiamo solo quelle dell’infanzia - chiudessero sarebbe la catastrofe per le famiglie ma anche per lo Stato. Qualche dato: in Veneto due terzi dei bambini da 0 a 6 anni (92mila bambini) frequentano una scuola dell’infanzia paritaria. Non solo per scelta, spesso per necessità. La Regione o lo Stato sono pronti ad aprire un migliaio di nuove scuole per accogliere tutti questi bambini?”.
Situazione in Italia. Su unioni civili e matrimoni scrive Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza): “È auspicabile l’approvazione di quella che qualcuno ha definito ‘una via italiana’, capace di affrontare la questione dell’unione civile su un piano diverso da quello matrimoniale che è strutturalmente generativo. Il riferimento, nel caso delle unioni civili sarebbe quello patrimoniale (che può diventare un piano della solidarietà). In tale prospettiva va sostenuto l’orientamento di chi tende a sottolineare che la nuova unione sarebbe un istituto giuridico ‘originario’ rispetto all’articolo 29 della Costituzione (quindi diverso dal matrimonio). Tale approccio, nell’evidenziare la tipicità dell’unione omosessuale, aiuterebbe anche a evitarne l’equiparazione con il matrimonio e a chiarire la non possibilità dell’adozione per le coppie gay: una chiarificazione fondamentale in questo delicato passaggio che va ad incidere profondamente sull’organizzazione sociale nel nostro Paese”. A proposito della proposta di legge che chiede la legalizzazione della cannabis, Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), si chiede: “Ma che politici sono quelli impegnati a promuovere scelte che danneggiano i bambini (si pensi al continuo indebolimento della famiglia) e i giovani? E favoriscono gli affari di qualcuno?”. “Probabilmente non era neppure necessario attendere il rapporto annuale dell’Istat, di poche settimane fa, per accorgerci tutti che è aumentata la pressione fiscale in Italia”, ma “c’è un taglio ai servizi offerti, una maggiore contribuzione per chi li utilizza, gli enti locali in braghe di tela anche per i ridotti trasferimenti e per una Legge di stabilità che è come un cappio al collo”. fa notare Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo). Sulla questione poste s’interroga Ezio Bernardi, direttore della Guida (Cuneo): “Ci spieghi il premier Renzi, ci spieghino gli amministratori di Poste spa: è questa la riforma che ci attende? Sono queste le ‘Poste del futuro’ di cui abbiamo bisogno?”.
Tempo di vacanze. Spazio anche a riflessioni sulle vacanze. Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), osserva: “Il viaggio è quello che tanti di noi faranno in questo periodo vacanziero. Per staccare dalla frenesia di ogni giorno, e ricominciare. Rigenerarsi. Ma il viaggio è più in generale la nostra stessa vita che ha bisogno di coraggio, di speranza e di prospettiva. Anche quando non c’è una strada fisica da percorrere perché magari si è costretti in un letto di ospedale, perché le vacanze sono un miraggio irraggiungibile, perché sono tanti gli ostacoli che non permettono di partire. A tutti, dunque, l’augurio di buon viaggio. Anche per chi non partirà per mete lontane”. Tra le “tante estati sotto i nostri occhi”, Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), ricorda “le estati di chi è anziano, acciaccato, non autosufficiente… che vede rarefarsi le visite di parenti ed amici, che deve fare i conti con l’afa, che porta qualche malinconia in più perché l’estate non aiuta psicologicamente…”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), ricorda: “L’Italia è stupenda ovunque. Riservano sempre qualche sorpresa anche il nostro Friuli e Veneto. Vi sono castelli, ville veneziane che luccicano di splendore. Non mancano santuari in siti stupendi”. Dunque, “anche vicino casa si possono fare delle vacanze di ‘conoscenza’ da raccontare ai distratti che accumulano viaggi, impoveriscono il portafoglio senza arricchire il cervello. L’obbligo del riposo non è l’ossessione delle vacanze”. Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) afferma: “D’estate siamo allegri come il sole e trasparenti come il mare. Papa Francesco ci ricorda che ogni volta che il poverello di Assisi guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature”. Luca Rolandi, direttore della Voce del Popolo (Torino), si chiede: “Cosa troveremo tra poco meno di un mese è la domanda che ci poniamo nel nostro approfondimento settimanale. Lo facciamo analizzando alcuni degli ambiti vitali: chiesa, scuola, lavoro, famiglia, politica e cultura. La domanda è quale futuro per il nostro Paese, le nostre comunità. Serpeggia un sentimento di rassegnazione che permea la coscienza collettiva; siamo in presenza di una diffusa esigenza e spesso una necessità di fuga verso nuovi luoghi fisici e spirituali nei quali trovare possibili prospettive di realizzazione personale”. Scrive dell’edizione 2015 della festa do Sant’Anna Lorenzo Russo, direttore di Kaire (Ischia): “Davvero una professionalità inaudita, un piccolo miracolo che gli isolani e i turisti hanno potuto vedere durante la sera del 26 luglio nella baia di Ischia Ponte”.
Cura del territorio. Preoccupa il degrado o, comunque, le difficoltà che affliggono i nostri territori. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), evidenzia che manca la cura dell’ambiente e “manca anche un’azione matura di coinvolgimento che porti all’impegno reciproco e persino all’emulazione verso il meglio, in modo che come le nostre case anche le nostre città - ci riferiamo in particolare a Chioggia-Sottomarina, dove emergono continuamente situazioni e zone di trascuratezza e di degrado, ma anche ad altre città e paesi del nostro territorio a volte piuttosto trascurati - possano brillare per ordine e accoglienza”. Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona), lamenta che “Ancona non riesce a svolgere il ruolo che le sarebbe proprio, quello di ‘capoluogo di regione’”. “Mentre la maggioranza si sforza di superare senza conseguenze politiche i ‘mal di pancia’ estivi, la città continua a fare i conti con i suoi tanti problemi irrisolti”, denuncia Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia). “È riesplosa nei giorni scorsi la questione della Ferriera di Servola e dell’inquinamento di quel quartiere e di quelli limitrofi”, ricorda Stefano Fontana, sottolineando che “tutto tace per lunghi periodi, poi, a seguito di una indagine o di altro, se ne parla, si litiga, ci si accusa di strumentalizzazioni reciproche finché tutto finisce nuovamente, magari nella calura estiva”.
Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. A proposito dei tanti muri costruiti nel mondo evidenzia Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria): “Un Giubileo contro i ‘muri’, un Giubileo della Misericordia, cattolico ma globale (altro che indulgenze!), un suono intenso e prolungato di shofàr che attraversa i confini degli Stati e va a scontrarsi con gli ideologismi nazionali, chiamando i popoli - senza distinzione - alla riconciliazione: ecco il profondo significato del Giubileo voluto da Papa Bergoglio. Il messaggio del Perdono di Francesco di Assisi (1216) e il grande Giubileo indetto da Francesco Papa hanno lo stesso significato e lo stesso potere di usare la compassione e il perdono contro tutti i muri fisici e spirituali che sorgono come frutto del Male. Il vento dello Spirito li faccia crollare e cambi la faccia della terra!”. Sulle pagine della Vita Pinerolese (Pinerolo) il vescovo, monsignor Pier Giorgio Debernardi, parla delle numerose presenze di San Giovanni Bosco nel territorio pinerolese: “La nostra gente ama don Bosco, invoca la sua intercessione, lo sente come maestro che insegna che la vita è bella se si mette ‘il cuore’ al centro di ogni relazione e situazione”. Il Corriere Eusebiano (Vercelli) pubblica un’intervista a “tutto campo” all’arcivescovo, monsignor Marco Arnolfo, in occasione della patronale. Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), ricorda la “prematura morte di don Dario Ciani, fondatore della Comunità di Sadurano, un prete ‘alla Papa Francesco’, che ha dedicato la sua vita ai marginali di questa società (tossici, carcerati, migranti...)”. Un invito a riaprire le chiese viene da Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti (Asti): “Bene gli allarmi, encomiabili i custodi, ma, per favore, teniamo aperte le nostre chiese perché facciano parte della nostra vita quotidiana, come nel passato!”. In tempo estivo, Antonio Pintauro, direttore della Roccia (Acerra), afferma: “Gesù Cristo è l’unico di fronte al quale vale la pena stare con la protezione ‘0’ spalmata sopra il cuore”.

Fonte: Sir
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