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Comunicare è un fatto di cuore

Nel centenario del patronato di San Francesco di Sales sui giornalisti l'annuale messaggio per la 57ma giornata delle comunicazioni sociali

Comunicare è un fatto di cuore

“È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Dopo esserci allenati nell’ascolto, che richiede attesa e pazienza, nonché la rinuncia ad affermare in modo pregiudiziale il nostro punto di vista, possiamo entrare nella dinamica del dialogo e della condivisione, che è appunto quella del comunicare cordialmente”. Lo scrive il Papa nel Messaggio per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che quest’anno si celebra, in molti Paesi, il 21 maggio sul tema “Parlare col cuore. ‘Secondo verità nella carità’ (Ef 4,15)”. “Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore”, l’invito di Francesco, che sollecita ad avere “un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato”: “Questo porta chi ascolta a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, al punto da arrivare a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro, che ci fa guardare gli uni gli altri con compassione, accogliendo le reciproche fragilità con rispetto, anziché giudicare per sentito dire e seminare discordia e divisioni”. “Per poter comunicare secondo verità nella carità”, avverte il Santo Padre, “occorre purificare il proprio cuore. Solo ascoltando e parlando con il cuore puro possiamo vedere oltre l’apparenza e superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo”.

La comunicazione da cuore a cuore

Esempio illustre e maestro del “parlare con il cuore” è San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, a cui il Santo Padre ha recentemente dedicato la Lettera Apostolica Totum amoris est a 400 anni dalla sua morte, e di cui proprio nel 2023 ricorre il centenario della sua proclamazione a patrono dei giornalisti cattolici da parte di Pio XI, con l’Enciclica Rerum omnium perturbationem.

“Intelletto brillante, scrittore fecondo, teologo di grande spessore”: doti che unite ad “atteggiamento mite, umanità, disposizione a dialogare pazientemente con tutti”, fanno del Vescovo di Ginevra “un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio”, tanto che “una delle sue affermazioni più celebri, «il cuore parla al cuore», ha ispirato generazioni di fedeli, tra cui San John Henry Newman, convinto che «Basta amare bene per dire bene».

“Amare bene” è ciò che permette a Francesco di Sales di comunicare con il sordomuto Martino – tanto che è ricordato anche come protettore delle persone con disabilità comunicative – ed è il “criterio dell’amore” con cui ci ricorda che “siamo ciò che comunichiamo”. Spesso non è così nei social network, in cui ci si presenta come si desidera essere, non per come si è. I reportage di oggi dovrebbero inoltre suscitare una lettura “sommamente piacevole, istruttiva e stimolante”, come osserva San Paolo VI riguardo agli scritti diffusi in gran numero, secondo la nota intuizione “giornalistica” del Santo. Papa Francesco auspica che gli operatori della comunicazione “possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive”.

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