Il convegno diocesano è stato prezioso
Il convegno della Diocesi di Cosenza ha sicuramente costituito una traccia importante per un nuovo Umanesimo e una nuova Umanità attraverso, come e’ stato scritto, “il coraggio della conversione operando scelte nette e precise”. Nello smarrimento del tempo presente, caratterizzato un profondo grigiore, dove le “tenebre sembra che abbiano preso il sopravvento”, ma caratterizzato anche “dall’inquietudine del nichilismo”, occorre ritrovare e prendere coscienza della necessità ineludibile di un nuovo umanesimo per una nuova umanità.
L’Arcivescovo Mons.Nolè ha sottolineato che occorre “sfoltire le nostre valigie di tutto quello che è di più per andare incontro all’altro”. E’ un invito all’essenzialità e alla riflessione su quello che conta nella vita di ciascuno di noi e delle comunità .
Nella ricerca e costruzione del nuovo umanesimo è centrale il bisogno di ritrovare un significato per ridare un senso alla nostra vita nella consapevolezza che la “colomba non può volare perpetuamente nel vuoto”,ma anzi vanno costruiti come ha ricordato il relatore del Convegno Mons.Orofino, “rapporti di reciprocità e possibilità, prossimità e fraternità”.
Se la vita odierna è spesso un deserto di valori, in questo deserto deve essere operata una riconciliazione e una conversione vera ed autentica ritrovando – per come e’ stato ricordato alla vigilia del convegno - “ la radice della nostra esperienza cristiana alla luce della Resurrezione di Cristo”.
Tanto per ricomprendere il “mistero di un tempo che continuamente passa e si rinnova” nella consapevolezza che siamo soltanto noi a decidere la misura e il livello di una Notizia sulla quale trova ancora oggi fondamento la speranza dell ‘intera umanità.
Ha scritto la Prof.ssa Zaira Sorrenti, sul numero di PAROLA DI VITA pubblicato il giorno antecedente al convegno: “ascoltare e raccontare la realtà evitando astrazioni, senza fare troppe teorie, per individuare prima, affrontare e sostenere poi le tante fragilità di uomini e donne”, in questo pensiero è racchiuso il senso e lo spirito del Convegno Ecclesiale di Firenze per fare breccia , preliminarmente nel nostro animo e poi in quello di tutti gli altri con la nostra conversione supportata dalla fede.
Non si tratta di una semplice illusione ma di una solidarietà corresponsabile, pronta a condividere le difficoltà degli altri, affinché ogni croce possa aprirsi alla Resurrezione, nella certezza che lo “spirito viene in aiuto alla nostra debolezza per il bene di coloro che amano Dio”.
Francesco Capocasale
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