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La proprietà è dei padri Cappuccini. Che fine farà il convento di Saracena?

La parola all'Amministrazione e ai frati.

Quando si arriva a Saracena, l’area del convento ormai in disuso dei Cappuccini si nota immediatamente. Per raggiungerlo, bisogna passare tra i caratteristici e tipici vicoli del centro storico, dove le famiglie che l'abitano si contano sulle dita di una mano, segno di uno fenomeno, quello dello spopolamento, che accomuna tante piccole realtà calabre. A un certo punto, oltre il selciato, la stradasi fa sterrata e stretta, con le erbacce che la cingono a destra e a manca. “Soprattutto nelle bellestagioni cerchiamo di provvedere al mantenimento della pulizia”, assicura Renzo Russo, il giovane sindaco. I riflettori del convento, dove studiò anche Sant’Angelo d’Acri e che fu per un tempo sede del noviziato dei Frati minori cappuccini, si sono nuovamente accesi nei giorni scorsi sulla copia dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. È proprio nel refettorio. Non una scoperta dell’ultima ora, ma un’opera d’arte che è testimone della presenza della famiglia religiosa francescana e della ricchezza della comunità di Saracena. “Ricchezza” è una parola che l’architetto Giovanni Celia, studioso del convento, cita più volte. Perché nell’ex convento e a Saracena, città del passito, di ricchezze ce ne sono tante. “Abbiamo presentato un progetto per una rivalutazione complessiva del centro storico di Saracena”, dice l’assessore Franco Gagliardi. “Ci auguriamo che questo nostro progetto possa essere finanziato perché il centro storico di Saracena riveste un’importanza particolare come vastità del territorio e come storicità”. Rilancia e spiega il primo cittadino. “L’idea, per il tramite del Parco Nazionale del Pollino, è quella di creare percorsi di turismo lento, ciclopedonale che, passando per la cinta esterna del vecchio paese, arrivino di fronte al convento e con il coinvolgimento del centro
storico di Saracena e fino a Campotenese. È un progetto che riguarda tutti i Comuni del Parco”.
Intanto, resta da capire cosa fare del convento. La sua vecchia storia – fu fondato il 1588, ne rivela le tribolazioni. Dopo la soppressione nel 1811, nel periodo napoleonico, l’area religiosa rientro in possesso dei Cappuccini dopo l’Unità d’Italia e rimase attivo fino al 1915 quando, per mancanza di frati, venne chiuso. La proprietà del convento è ancora dei Frati, anche se, fanno sapere dagliambienti cappuccini, con le Amministrazioni di Saracena le trattative per far sì che quest’ultimo entrasse in proprietà del bene sono state serrate e costanti. Gagliardi lo auspica, e auspica che sitrovino fondi per “interventi di ripristino della sede stradale, ma sa bene, come esprime Russo, che “le ristrettezze economiche sono tante e bisognerebbe intercettare dei fondi sovracomunali perché perquel convento servirebbero centinaia di migliaia di euro”. Intanto, il sindaco si gode la ribalta nazionale. “Per il Comune di Saracena è una cosa positiva aver riacceso i riflettori sulle nostrebellezze, tant’è che sono tanti i visitatori stanno venendo in queste ultime ore. Sicuramente è unabella opportunità per la nostra comunità, che così, attraverso tale riscoperta, viene conosciuta in tutta Italia".

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