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La straordinaria bellezza dell’Ultima Cena di un Leonardo "redivivo"

L’ex Convento dei Cappuccini a Saracena alla ribalta delle cronache per la riscoperta di una preziosa opera.

La straordinaria bellezza dell’Ultima Cena di un Leonardo "redivivo"
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Un fiero rudere sopravvissuto all’usura inclemente dei tempi, oggi umile custode di affreschi di evocativa bellezza. Stiamo parlando del Convento dei Frati Cappuccini a Saracena, ultimamente alla ribalta delle cronache per la riscoperta di alcuni affreschi e, in particolare, di una copia dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, del quale ricorre il cinquecentenario dalla morte. La struttura, raggiungibile solo a piedi dopo aver attraversato le viuzze del centro storico, fu portata a compimento nel 1588 e, nei due secoli successivi, divenne sede del noviziato e luogo di studi per la presenza di una biblioteca nei locali del convento. Nella parte superiore, per un periodo di un anno, in una delle cellette, visse il Sant'Angelo d’Acri.

Abbiamo intervistato l’architetto Giuseppe Celia, che sin da giovane ebbe un legame speciale con il luogo a tal punto da scegliere di restituire, come oggetto di studio della sua tesi di laurea, la ricostruzione degli ambienti originari del convento: “Si tratta dell’unica struttura dei Frati Cappuccini rimasta intatta rispetto al periodo di fondazione, che consente leggere in modo intellegibile la stratigrafia dell’edificio originario, edificato secondo i canoni Cappuccini dell’epoca e di cui rimane un interessante finestrella, timida testimone dell’architettura cappuccina calabrese, nella facciata adiacente alla chiesa dedicata a san Francesco”.

La struttura, agli inizi del ‘900, fu usata come prigione prima di essere abbandonata ed è stata oggetto di qualche intervento di restauro. “Nel ’94 le prime segnalazioni alla Soprintendenza – continua l’architetto Celia - sull’urgenza di restaurare l’ex Convento e gli affreschi in esso custoditi, effettuate a nome della parrocchia di Santa Maria del Gamio, grazie al prezioso e fattivo interessamento del parroco di allora, don Leone Boniface, tra l’altro tra i primi firmatari di un documento di raccolta fondi. In seguito, con un gruppo di giovani abbiamo inoltrato ulteriori richieste e interventi effettuati dall’associazione giovanile “Una voce in più”.

Per quanto riguarda l’affresco dell’Ultima Cena leonardesca esistono diverse copie, collocate come da uso diffuso in pareti di refettori conventuali, tra cui una delle più note è quella del Giampietrino realizzata a dimensione naturale per la Certosa di Pavia, oggi al Magdalen College di Oxford. Le dimensioni dell’affresco di Saracena, invece, sono ridotte rispetto a quelle dell’opera originale, ma la cura nel disegno usata nei volti e nelle mani, rendono attraente e affascinate l’impatto con l’opera, testimonianza importante da raffrontare all’originale dato alla luce dal genio di Leonardo. Un’esperienza suggestiva la visita a Saracena, in luoghi densi di memoria storica e di eccedente bellezza.

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