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Jenny Narcisi, orgoglio per Rose

Abbiamo incontrato l'atleta che ha conquistato il bronzo ai campionati mondiali di ciclismo paralimpico. Grazie anche alla fede ora ha conquistato un sogno.

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Jenny Narcisi con il preparatore atletico Roberto Burdo

Jenny Narcisi nasce nel 1988 a Rose, un piccolo paese del cosentino, affetta da macrosomia, una patologia che evidenzia una differenza di volume tra gli arti inferiori ed il blocco meccanico della caviglia, sia in estensione che in laterale. Dopo lo sgomento e le prime cure scopre, a 14 anni, il ciclismo. Ma dietro tutto questo c’è un percorso lungo, impegnativo, doloroso, per acquisire la consapevolezza, attraverso la fede, perché Jenny è cattolica fervente, a vedere la vita come un dono di Dio. A vedere ogni cosa come sua creazione e, quindi buona. Attraverso l’amore della sua famiglia, poi, da bimba “speciale” e non “diversa”, ha coltivato e realizzato i suoi sogni.

Oggi Jenny Narcisi ha 27 anni ed è bellissima. Oggi è campionessa di ciclismo ai Campionati Mondiali di Ciclismo Paralimpico 2015. Questa, la grande storia di Jenny Narcisi, partita da un piccolo paese della provincia di Cosenza verso il destino. Un destino benevolo che la porta a conquistare la medaglia di bronzo nella prova in linea, nella categoria WC4, ai campionati Mondiali di Ciclismo Paralimpico a Notwil in Svizzera. Due giorni prima, Jenny aveva conquistato la sesta piazza nella prova a cronometro, percorrendo 21 km con il tempo di 37’46”20.

"E' stato come rinascere da una tragedia, avere forza e coraggio per ripartire e trovare, alla fine di un lungo percorso, anche la soddisfazione e il riconoscimento del mondo dello sport e della gente "- dice Jenny. C’è tutto questo e molto altro ancora nella storia  che Jenny Narcisi ha da raccontare. Quella, che sembrerebbe l’ennesima storia di una vita spezzata, prende una svolta diversa grazie alla determinazione di Jenny che, fin dai primi giorni della riabilitazione, ha provato a costruirsi un futuro migliore: entra subito in contatto con il mondo dello sport per disabili. Prova un po’ di tutto fino a scoprire la passione per il ciclismo. Si, quello era ed è lo sport della sua vita. Ha lottato, ha studiato, ha capito: ha intrapreso un viaggio che non ha un punto d’approdo ma si vivifica costantemente di nuove esperienze, grazie alla lotta per superare le sue barriere. Da ragioniera nella nativa terra di Calabria, aspra ed amara, è passata alla facoltà di Scienze Motorie all’Università di Perugia dove si è brillantemente laureata, con lode, con una tesi “a misura” di patologia e di se stessa. Vive tutt’ora in Umbria, a Corciano (PG), dove lavora per vivere le sue scelte e i suoi sogni.

Tra gli angeli custodi di Jenny, anche e soprattutto Roberto Burdo del Centro Sportivo INFOR.MA di Amantea (CS), attuale allenatore, chinesiologo e massoterapeuta, che ha saputo intravedere in questa ragazza, minuta e forte, un esempio da valorizzare. Naturalmente, grande soddisfazione è stata espressa dalle Federazioni sportive nazionali ed in particolare dal Presidente del CIP Umbria Francesco Emanuele, dal C.T. della Nazionale Mario Valentini e soprattutto dal Presidente Nazionale CIP Luca Pancalli, il quale si è congratulato personalmente con la campionessa Jenny Narcisi. La Città di Rose (CS), invece, ha accolto trionfante la propria illustre e famosa concittadina nella Sala Consiliare del Comune il giorno 14 agosto, con ricevimento ufficiale del Sindaco e delle autorità comunali, alla presenza della cittadinanza in festa.

La campionessa calabrese, nell’intervista rilasciata al nostro giornale il giorno di ferragosto presso il Centro Sportivo INFOR.MA di Amantea, ha ripercorso, brevemente, la sua vicenda umana e sportiva. ”All’inizio, a causa del mio handicap, non mi sentivo una persona normale e avevo quasi paura di uscire di casa. Poi con sacrificio ed allenamento, montando in sella, sono entrata a far parte del mondo del ciclismo paralimpico, indossando la maglia azzurra e partecipando alle più importanti competizioni nazionali ed internazionali. Alla base del mio successo grinta, sacrificio e controllo dei pensieri, che mi hanno permesso di raggiungere obiettivi importanti. Lo sport è un’esperienza di vita, che ti aiuta a tirar fuori tutta l’energia che hai dentro ed al contempo un stimolo al confronto, al rispetto, all’integrazione. Quello che mi è capitato mi ha insegnato quali sono i veri valori della vita, che è un dono di Dio e va rispettata. Ad apprezzare cose che prima davo per scontato”. Queste le parole della campionessa, impegnata anche in prima persona al fianco di persone svantaggiate e in iniziative di sensibilizzazione verso i temi della disabilità e dell’integrazione. Passione ed entusiasmo non mancano mai nelle parole di Jenny, così come la voglia di competere. “Nelle varie competizioni sportive ho trovato atleti con problemi anche più gravi dei miei – continua Jenny – lottare come ossessi e uscirne comunque vincitori. Con volontà e determinazione”. Non c’è spazio per i rimpianti nella filosofia di vita di questa campionessa, dentro e fuori le competizioni sportive. “Sono felicissima per me – continua Jenny – consapevole che tante cose potevano andare diversamente nella mia vita. Ma tant’è. Ora mi sono riappropriata della mia vita e sono qui per godermela fino alla fine. Certo, guardando indietro immagino la mia vita come avrebbe potuto essere senza la malformazione. Ma non serve a niente. Ora sono qui e sto vivendo un sogno, il mio sogno, perché partecipare alle Paralimpiadi è il sogno di moltissimi atleti”.

Progetti per il futuro:”Archiviata già la recente vittoria, la mia mente è rivolta alla quindicesima edizione dei Giochi Paralimpici che andrà in scena in Brasile dal 7 al 18 settembre 2016. Io voglio non solo partecipare ma mi pongo come obiettivo minimo: il podio. Per me non è vietato sognare”. Va forte Jenny, come la sua bici al vento, sia nello sport che nella vita, più forte del destino e delle difficoltà.Una bellissima storia di vita e di sport. Anzi, una bella favola dei nostri giorni.

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