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Euro 2016, non partiamo favoriti...ma chissà

Al via l'Europeo in Francia. L'Italia può stupire.

Euro 2016, non partiamo favoriti...ma chissà

Nella notte d'apertura degli Europei di Francia 2016 brilla la stella (non molto illuminata) di Payet. Il centrocampista nel finale si inventa un golazo da fuori che fulmina Tatarusanu e le speranze della Romania, arrivata al pareggio e, quasi, colpevole del possibile disastro della Nazionale allenata da Didier Deschamps. Ci ha pensato il signor Payet (pupillo del ct francese, ma scoperto e lanciato dal cileno Bielsa a Marsiglia) a scacciare critiche future. Brilla una piccola stella, se rapportata a quelle dei suoi compagni: Griezmann, Pogba (sostituito), Matuidi. L'Europeo del riscatto sulla paura francese dovuta agli attacchi terroristici dei fondamentalisti dell'Is. Parigi blindata, ma non troppo. Lo Stade de France traboccava di passione. Le telecamere di Sky e Rai immortalavano baci, abbracci, esultanze degli oltre 65.000 tifosi presenti allo stadio. Questo deve essere l'Europeo.

La Francia sogna di alzare la coppa, meno il suo tecnico che chiede "maggiore equilibrio nel gruppo". I galletti sono tra i favoriti, insieme alla Germania, al Belgio, la Spagna, al Portogallo... e l'Italia? Gli azzurri partono in seconda fascia.

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E' evidente a tutti che la nostra Nazionale non parte da favorita. Conte, senza Verratti e Marchisio, dispone, forse, della squadra più "scarsa" dell'ultimo decennio. Può darsi. Le amichevoli pre-torneo non aiutano di certo a contraddire questa tesi. Nella storia del pallone italiano le partite antecedenti ad un Mondiale, Europeo o quant'altro, non sono state un dato indicativo per stabilire se la compagine azzurra fosse pronta, oppure, no. Basti pensare al Mondiale dell'82, dove la Nazionale di Bearzot a stento superò la fase a girone, per poi, tirar fuori l'orgoglio e arrivare a conquistare la coppa a Madrid. Ecco, l'orgoglio. Noi italiani, ne abbiamo avuto tanto di orgoglio nella nostra storia. Dopo la dolorosa disfatta di Caporetto, sul Piave le truppe italiane, credute moralmente distrutte e vinte dagli stessi vertici militari italiani, tirarono fuori questo orgoglio ed opposero una tenace resistenza che dette la possibilità futura di contrattaccare. Restando nell'ambito sportivo, ricordiamo l'Europeo vinto nel 1968 in casa dalla Nazionale di Ferruccio Valcareggi nell'indifferenza generale. Quando siamo alle strette spalle al muro, sull'orlo del baratro, il nostro spirito si anima e riusciamo a ripartire.
Questa Italia di Conte può stupirci. A guidarci saranno la leggenda Gigi Buffon, la solidissima difesa con Bonucci, Barzagli e Chiellini, il talento di El Shaarawy, Bernardeschi, Florenzi, Candreva, Eder e in attacco Immobile, Zaza, Pellè. Come scrive Arrigo Sacchi sulla Gazzetta di ieri, questa Italia potrà arrivare lontano solo se giocherà da squadra, premiando il collettivo, anziché il singolo. Non tanto il catenaccio e il contropiede, ma il muoversi compatti, il ritmo e la solida organizzazione potrà rendere l'Italia protagonista. Il 13 si inizia, contro un avversario forte tecnicamente, il Belgio. Forza Azzurri, forza Italia (lontano da ogni apparentamento politico) cantando "Notti magiche...inseguendo un gol..."

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