Editoriali
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Quel malaffare nella Roma Capitale...

Coop "bianche" e "rosse" coinvolte? Dobbiamo prendere le distanze da certe pratiche di connivenza che hanno come fine quello di sfruttare il prossimo.

Quel malaffare nella Roma Capitale...

A Roma continua a venir fuori il marciume a destra ed a sinistra, nella politica come nella società civile. L’intreccio di poteri rende ormai una massa informe un sistema corrotto, che non a caso riesce a lucrare sulla gente bisognosa. Dalle indagini è emerso che il malaffare poteva essere riassunto nella regola aritmetica di corruzione per un cui ad un euro di tangente corrispondeva un migrante, che per il “dotto” Salvini è solo un gerundio, ma che per noi è una persona bisognosa in carne ed ossa. I numeri sono tali che, moltiplicando quell’euro per tanta gente in fuga dalla fame e dal terrore, ben si comprende il giro di affari messo su da questi delinquenti. Purtroppo il malaffare ha attecchito anche nel mondo della cooperative, tra quelle “bianche” e quelle “rosse”. E se pur non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, bisogna svegliarsi una volta per tutte e non voltarsi dall’altra parte, perché la credibilità acquisita sul campo con tanti sacrifici da tanti non venga rovinata dalla cattiveria e dalla disonestà di altri, che purtroppo non sono pochi.

Bisogna che il mondo delle cooperative avvii una seria operazione di pulizia al proprio interno, non lasciando il compito ingrato ma necessario alla sola magistratura; il tesoro da salvaguardare è ingente, avendo portato finora tanti frutti buoni, consistenti in servizi ottimi e lavoro onesto per migliaia di famiglie. Il rischio che si corre altrimenti è demolire anche questo sistema virtuoso, facendogli fare la stessa fine riservata ad un altro tesoro del nostro Paese, la Protezione Civile, che rappresenta un sistema organizzativo che funziona e di cui abbiamo bisogno continuo, ma in passato lasciato in preda al malcostume di alcuni. L’Aquila docet. E quindi, come non considerare che tanti nostri anziani non avrebbero assistenza se non fosse per le cooperative di servizi che funzionano e lavorano onestamente? E che dire delle migliaia di migranti e profughi che trovano assistenza grazie proprio alle cooperative che operano nella legalità e nella trasparenza? Il sistema in sé non è marcio, lo rendono tale certi uomini senza scrupoli che trattano la gente bisognosa come uno strumento per far soldi, in un contesto di malapolitica che rappresenta “una mucca da foraggiare, perché altrimenti non si può mungere”. Certa gente vuole uccidere la speranza non solo dei soggetti che si vogliono aiutare, ma anche degli stessi italiani che cominciano a vedere marcio ovunque, anche nelle realtà che apparivano finora positive. Così per fortuna non è, però il rischio è notevole; tutti siamo chiamati a denunciare e prendere con coraggio le distanze da certe pratiche di connivenza che hanno come fine quello di sfruttare il prossimo. Tutti siamo anche chiamati a non demolire un mondo che in molti vorrebbero usare per fini personali, ma che ha ragione di esistere solo se non si perde di vista il bene comune.

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