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Perchè tutti sia uno in Cristo

La vita di una donna innamorata di Dio e con il sogno dell'unità. A quindici anni dalla morte una celebrazione a Mendicino questa sera alle 18 con il Vescovo Giovanni 

Perchè tutti sia uno in Cristo

Chiara Lubich nasce a Trento nel 1920. Appartenente ad una famiglia del popolo, sperimentò la povertà e le ristrettezze. Maestra, insegnò in villaggi delle vallate trentine: era allora dirigente di Azione cattolica e del Terz’ordine francescano. A 23 anni si consacrò a Dio con voto personale di castità. Erano i tempi di guerra e tutto crollava… Così Chiara racconta gli inizi di quell’esperienza spirituale e vitale, basata sul Vangelo, che avrebbe poi portato alla nascita del Movimento dei Focolari. La seconda guerra mondiale infatti infuriava e sulla città di Trento si susseguivano violenti bombardamenti. Rovine dunque, macerie... Tutto crollava veramente. Chiara e alcune altre poche compagne, davanti a morti e distruzioni continue e al crollo dei loro progetti (chi voleva formarsi una famiglia, chi costruirsi una casa, chi andare all’università…), si chiedono se esista un ideale che nessuna bomba può distruggere. E scoprono che c'è: è Dio! Dio solo non passa. Decidono perciò di fare di Dio l’Ideale della loro vita. Un Dio riscoperto e sperimentato subito come Amore: non quindi lontano e assente, ma vicinissimo e presente in tutte le circostanze della vita. Nei rifugi antiaerei possono portare con loro solo il Vangelo. Lo aprono, ne sono affascinate e cominciano a metterlo in pratica, alla lettera. Fra tutte le parole del Vangelo, le colpiscono in modo particolare quelle riguardanti l’amore: Ama il prossimo tuo come te stesso… Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli… E cercano di viverle con ogni prossimo che incontrano, incominciando dai poveri della città, che in quei tempi di guerra non mancano. Essendo sempre di fronte alla possibilità di morire, si chiedono se esista una parola del Vangelo che stia particolarmente a cuore a Gesù, per vivere, nel poco tempo che magari rimane, proprio quella. E trovano un comandamento, quello che Gesù chiama suo e nuovo: Amatevi a vicenda come io ho amato voi. L’amore reciproco appare loro come la perla del Vangelo e si sforzano di attuarlo. E’ un amore che richiede di essere pronte a dare la vita l’una per l’altra, come ha fatto Gesù; un amore che le spinge a mettere tutto in comune: beni materiali e beni spirituali. Un giorno nei rifugi, al lume di candela, leggono nel Vangelo la preghiera di Gesù prima di morire: Padre, che tutti siano una cosa sola! Il Testamento di Gesù. Quelle parole, pur difficili, sembrano illuminarsi ad una ad una, e nasce nel loro cuore la convinzione di essere nate per "quella" pagina del Vangelo: per l’unità, per contribuire a realizzarla nel mondo. Nel giro di pochi mesi questa vita evangelica contagia centinaia di persone attorno a loro e, finita la guerra, oltrepassa le mura della piccola città di Trento e viene accolta da persone di ogni parte d’Italia dapprima, poi d’Europa, poi del mondo. E’ nato così il Movimento dei Focolari, che oggi è presente in 182 nazioni tra gente di ogni lingua e cultura, di ogni condizione sociale, di tutte le età e vocazioni: adulti, giovani e bambini; consacrati e sposati; sacerdoti e religiosi, vescovi. Queste persone appartengono in prevalenza alla Chiesa cattolica. Ma non solo. Fanno parte del Movimento anche cristiani di altre chiese, fedeli di altre religioni (ebrei, musulmani, buddisti, ecc.), e persone senza un riferimento religioso, motivate comunque da valori universali quali la pace, la solidarietà, la salvaguardia del creato… e che desiderano mettersi a servizio dell’umanità. Tutti insieme vogliamo essere come una rete sparsa nel mondo e creare ovunque unità e fraternità. Possiamo spiegare questa fecondità e questa diffusione se pensiamo che di tempo in tempo - come sapete - Dio manda alla sua Chiesa dei doni chiamati "carismi" per venire incontro alle 1 attese dell’umanità, per rispondere ai particolari problemi del momento. E’ l’aspetto carismatico della Chiesa, co-essenziale, assieme all’aspetto gerarchico - come ha precisato Giovanni Paolo II nel 1998 - alla costituzione della Chiesa. Questi doni vengono riposti da Dio nel cuore di uomini e donne spesso semplici, poveri e fragili, che diventano strumenti Suoi. Dio - possiamo dire - ha messo anche nel cuore di Chiara un carisma: il carisma dell’unità. Per questo ci diceva sempre: L’unità è la nostra specifica vocazione, l’unità della famiglia umana, quella chiesta da Gesù al Padre: Che tutti siano uno! Di lei è stato detto: Chiara Lubich ha inaugurato una nuova stagione di comunione nella Chiesa ed ha aperto canali di dialogo mai praticati. Ha precorso i tempi: nella Chiesa – lei, donna e laica – ha proposto temi e aperture riprese più tardi dal Vaticano II. Nella società mondializzata ha saputo indicare la via della fraternità universale quando nessuno parlava di avvicinamenti tra civiltà. Ha rispettato la vita e ha cercato il senso del dolore. Ha tracciato una via di santità religiosa e civile praticabile da chiunque, non riservata a pochi eletti. Chiara ci ha lasciati il 14 marzo 2008. Nel 2015 Mons. Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati (Roma), ne ha avviato il processo di canonizzazione.

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