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Il lungo percorso della nascita dell'Unione Europea

In questi giorni in cui le cronache parlano di "Grexit" e di "Euro", di stabilità politica del Continente e di possibili strategia, facciamo un passo indietro e vediamo attraverso quali tappe si è arrivati al sogno dell'Europa unita.

Parole chiave: schuman (1), unione europea (22), grecia (10)
Il lungo percorso della nascita dell'Unione Europea

L’Europa, un continente che appare vecchio e stanco, che cerca di scrivere la sua storia con tanta fatica e molti sacrifici, sui ricordi di un glorioso e travagliato passato. L’idea di Europa così come la conosciamo oggi ha radici lontane ed ha attraversato secoli. Molti furono gli uomini politici, pensatori ed intellettuali del passato, che hanno sognato un’Europa unita, tra gli altri Giuseppe Mazzini (1805-1872) che affermava la necessità “della solidarietà umana e della fratellanza tra i popoli”, e Carlo Cattaneo ( 1801-1869) che sosteneva la necessità di unire “nazioni libere per realizzare un’Europa libera ed unita”. Ma il Vecchio Continente dovette attraversare ed affrontare due grandi guerre prima di poter pensare di realizzare il sogno di un’Europa unita e pacifica. Il nazionalismo imperante portò allo scoppio della prima guerra mondiale (1915-1918); durante la Grande Guerra, che da più parti fu definita fratricida, gli Stati europei si scontrarono senza esclusione di colpi. Dopo il 1918 l’idea dell’Europa Unita fu rilanciata come antidoto al nazionalismo, per contrastare l’espansionismo degli Stati Uniti d’America e per fermare il c.d. “pericolo giallo”, ossia la crescita demografica dei popoli asiatici. La crisi economica del 1929 offrì un’altra occasione per discutere di Europa unita. Progetti e provvedimenti comuni avrebbero dovuto portare ad una risoluzione della depressione economica di quegli anni. Ma l’idea di un’Europa capace di fare “fronte comune” non decollò, e Hitler e le altre forze nazionaliste salite al potere, prepararono un nuovo conflitto. Ancora una volta i venti di guerra fermarono il progetto di un’Europa Unita. La visione ed il desiderio di pensare ad un’Europa priva di barriere doganali, capace di gestire le risorse, le materie prime, l’industria presente, le infrastrutture ed i trasporti e di dotarsi di una moneta comune europea, non tramontò, tuttavia, mai definitivamente, neppure durante il conflitto della seconda guerra mondiale. In Italia le basi teoriche dell’Europeismo sono state gettate da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, che insieme giunsero alla stesura di un breve testo dal titolo “PER UN’EUROPA LIBERA ED UNITA. PROGETTO DI UN MANIFESTO”, noto come “Manifesto di Ventotene” (1941). Nel documento si individuano le cause del secondo conflitto mondiale nell’imperialismo e nel nazionalismo. “La sovranità assoluta degli Stati Nazionali ha portato alla volontà di dominio su ciascuno di essi poiché ciascuno si sente minacciato dalla potenza degli altri e considera suo spazio vitale territori sempre più vasti che gli permettano di muoversi liberamente e di assicurarsi i mezzi di esistenza, senza dipendere da alcuno. Questa volontà di dominio non potrebbe acquietarsi che nella egemonia dello Sato più forte su tutti gli altri asserviti. Lo Stato Nazionale è inadatto a vedere gli interessi di tutti i popoli”. Secondo Spinelli l’unico modo che avrebbe garantito all’Europa una pace duratura sarebbe stata “l’abolizione delle sovranità nazionali e la loro sostituzione con una federazione di soggetti dotati di pari diritti ed uguali doveri”. La visione europeista di Spinelli e Rossi fu in parte realizzata da Robert Schuman, Ministro degli Affari Esteri francesi. Robert Schuman credeva, infatti, che l’Europa Unita non dovesse essere creata “in una sola volta secondo un unico progetto generale ma costruita attraverso realizzazioni concrete, dirette a creare solidarietà reali”. L’Europa doveva prendere forma gradualmente, perché i singoli Stati non avrebbero ceduto la loro sovranità nazionale in un sol colpo ad un organo sovranazionale ma avrebbero cominciato a collaborare ed unire le loro forze su singole questioni.   

  • La data della nascita dell’Europa comunitaria è Il 9 maggio del 1950, anno in cui Robert Schuman e Jean Monet, hanno redatto il Trattato che istituiva la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA), accettato e ratificato da sei paesi: Belgio, Francia, Italia, Repubblica Federale Tedesca, Lussemburgo, e Olanda.
  • Nel 1957  fu firmato il Trattato di Roma, istitutivo della Comunità Economica Europea ( CEE). Questo Tratto prevedeva l’istituzione di un’Alta Autorità con compiti esecutivi e di iniziativa legislativa; un Consiglio dei Ministri ( oggi Consiglio Europeo), che aveva il compito di approvare e promulgare gli atti legislativi e decidere gli orientamenti delle politiche da seguire; Una Corte di Giustizia, giudice delle controversie relative alle politiche affidate alla CEE ed interprete delle norme del Trattato. Inoltre prevedeva l’istituzione dell’Assemblea Parlamentare Europea (nel 1974 avrebbe assunto il nome di Parlamento Europeo e nel 1979 si sarebbero svolte le prime votazioni a suffragio universale per l’elezione dei suoi membri , 142 deputati nominati, dei sei membri della comunità).
  • Nel 1984 il Parlamento approva il progetto di Trattato per l’Unione Europea, che prevedeva il trasferimento alla comunità di varie competenze in materia di politica economica e finanziaria, di sanità di legislazione sociale, con la proposta di creare una vera unione politica.
  • Nel 1986 viene firmato l’Atto Unico Europeo che pose le basi per un ampio programma finalizzato a risolvere i problemi che ancora ostacolavano la fluidità degli scambi tra gli Sati membri, creando così il “mercato unico”.
  • Nel 1989 ci fu un avvenimento storico importante per l’intera Europa, l’abbattimento del muro di Berlino, che  unificò la  Germania dell’est e la Germania dell’ovest determinando la nascita di un unico paese. Inoltre il crollo del comunismo in Europa centrale ed orientale portò ad un avvicinamento di tutti i cittadini europei.
  • Gli anni novanta sono il decennio di due importanti trattati : Nel 1992 prenderà vita il Trattato di Maastricht sull’Unione Europea, ormai non si parla più di Comunità Economica Europea bensì di Comunità Europea (CE) perché l’Europa non si occupa più solo di problemi economici. Con questo Trattato risulta chiaramente sorpassato l’obiettivo economico originario della comunità, ossia creare un mercato comune e si afferma la vocazione politica .
  • Nel 1995 si avrà il Trattato di Schengen, che stabilisce la libera circolazione dei cittadini appartenenti ad uno degli Stati dell’Unione senza necessità di controllo dei passaporti alle frontiere. In pratica si ha l’abolizione delle frontiere per i cittadini degli stati europei che hanno ratificato il Trattato.
  • Nel 1997 con il Trattato di Amsterdam l’Europa prevede di realizzare quattro obiettivi : 1)  l’occupazione e i diritti dei cittadini; 2) eliminare gli ultimi ostacoli alla libera circolazione e rafforzare la sicurezza;3) permettere all’Europa di esercitare maggiore influenza mondiale;4) rendere più efficaci le istituzioni repubblicane.
  • Il 1° gennaio del 1998 l’euro diventa ufficialmente la moneta dell’Unione Europea, entrerà in vigore nei paesi aderenti all’unione un anno dopo, esattamente il 1°gennaio del 1999. Nel 1998 è stata istituita anche la Banca Centrale Europea (BCE), con il compito di stabilire i tassi di cambio, gestire la stabilità dei prezzi e le politiche economiche dei paesi dell’euro.

Dal 1957 ad oggi hanno aderito all’Unione europea ben 28 paesi, ma l’Europa non è una federazione di Stati bensì un organismo a cui gli Stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze sono diverse: dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, alla agricoltura al commercio, alla protezione dell’ambiente. L’Europa si presenta ancora oggi un “cantiere aperto”. Con fatica si sono gettate le sue fondamenta e sono stati innalzati i suoi pilastri ma la costruzione della “casa comune”, in cui tutti i cittadini europei possano avere realmente pari opportunità è ancora in divenire. Il “gigante Europa” appare in affanno, incapace di far fronte alle sfide dei tempi moderni. Incapace, altresì, di reagire alla profonda crisi economica internazionale scoppiata nel 2008, che miete vittime in ogni angolo del vecchio continente. L’Europa appare in affanno anche in tema di contrasto al terrorismo internazionale che minaccia di voler distruggere i suoi simboli e la sua identità. Ma la storia insegna, che l’Europa è riuscita sempre a risorgere, malgrado aspri conflitti e scontri brutali abbiano sconvolto i suoi territori ed i cittadini che in essa risiedono. Porre al centro della politica Europea politiche sociali più efficaci potrebbe essere, inoltre, la strada giusta da percorrere per uscire dalla paralisi, prodotta da un lato dalla crisi economica internazionale e dall’altro  alla ossessione di rigidi parametri economici da rispettare. La visione di un’Europa unita e forte, per la creazione di un vero federalismo europeo così come pensato ed ideato da alcuni uomini del passato  è ancora possibile, al di là dei venti di anti-europeismo che soffiano sul Continente cercando di fare proseliti.

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