Filippo Larussa di Assomed: “Troppa pochezza organizzativa”
Si tratta di una vera e propria denuncia verso un sistema dirigenziale colpevole di procedere a rilento e in modo farraginoso nella somministrazione di vaccini anti-Covid
“Si è vista molta pochezza organizzativa e culturale da parte di vertici decisionali strapagati”: non usa mezzi termini Filippo Larussa, segretario regionale di Anaao Assomed. Si tratta di una vera e propria denuncia verso un sistema dirigenziale colpevole di procedere a rilento e in modo farraginoso nella somministrazione di vaccini anti-Covid. “A macchia di leopardo e dove esiste una sinergia tra territorio e medici di famiglia – spiega Larussa – si procede più velocemente. Immunizzare il 50% di over 80, però, resta un target al ribasso, perché non è ben chiaro se questo obiettivo sia stato deciso in funzione di una bassa disponibilità di consegna. Come si sceglie chi sarà tra i primi? Bisognava discuterne a gennaio. Anche perché gli anziani sono molto favorevoli alla vaccinazione, non avendo pregiudizi ideologici e non essendo esposti a molte fake-news”. E prosegue: “Bisogna mettere in moto la macchina organizzativa: il medico di famiglia deve estrapolare per via informatica la lista di over 80 da chiamare, togliere dal gruppo chi ha avuto il virus e contattare la rimanente platea. Chi provvederà a iniettare la dose deve poterla conservare in un frigorifero adeguato, deve essere aiutato da collaboratori e deve avere nel proprio studio tre stanze: una di ingresso, una di somministrazione, una per monitorare eventuali effetti collaterali nella successiva mezz’ora”. Alla confusione organizzativa, però, si contrappone l’impazienza di chi vuole ritrovare un po’ di normalità: “I medici di famiglia raccontano che ogni giorno ricevono dalle 30 alle 50 telefonate di over 80 che vogliono ricevere il vaccino”, conclude.
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