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Caos vaccini, dove sono le fiale?

La Calabria è terzultima per somministrazioni, ma l’ASP dice di aver finito le dosi 

Caos vaccini, dove sono le fiale?

Quel pasticciaccio brutto che si chiama “vaccini anti-Covid in Calabria”: 213.470 dosi consegnate, 140.308 inoculate, per una percentuale che corrisponde al 65,7% di iniezioni effettuate. Che significa il terzultimo (e disonorevole) posto nella classifica delle somministrazioni – soltanto la Liguria (che però si ferma al 65,6%) e la Sardegna (60,6%) si stanno comportando peggio di noi.
Soprattutto, ci si chiede quante fiale esattamente siano conservate nei frigoriferi preposti. Da una riunione tenutasi nella cittadella di Catanzaro qualche giorno fa, è emerso che esiste una carenza nel funzionamento di 78 punti di somministrazione sul territorio regionale, tanto che ben 80mila vaccini sarebbero fermi, pronti a essere iniettati, ma in attesa un po’ come chi, tra over 80 e persone fragili per patologie pregresse, continua a chiamare per prenotarsi ricevendo risposte contrastanti e confuse dall’altro lato del telefono.
Velocizzando la campagna di immunizzazione e reclutando forze fresche si risolverebbe il problema? Invece, neanche quarantotto ore dopo, per Cosenza è arrivata la doccia gelida: non ci sono più dosi a disposizione. A comunicarlo è stata l’ASP locale, senza aggiungere molto altro, ma poi dichiarando, a distanza di pochi giorni, che le province di Catanzaro e Crotone hanno spedito un vassoio ciascuno da 1170 fiale per aiutare il territorio in difficoltà, mentre proprio l’Azienda Sanitaria Provinciale bruzia avrebbe richiesto un supplemento di 15mila vaccini per non accumulare ulteriori ritardi rispetto alla tabella di marcia, ritardi che sarebbero ovviamente deleteri. Una notizia alla quale i tre sindacati – CGIL, CISL e UIL – hanno reagito con unitario sgomento, annunciando di voler presentare un esposto per chiedere chiarimenti: “Il saldo tra le dosi di vaccino arrivate nella nostra Regione e quelle somministrate ammonta a poco più di 74.000 dosi”, scrivono in una nota. E proseguono: “Anche a voler considerare che una parte debba essere conservata per i richiami previsti, la metà dovrebbe essere disponibile, invece, per nuove somministrazioni”. Nè stupiscano gli intoppi di carattere burocratico: per esempio il Magnifico Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, ha avanzato la proposta di iniettare il siero anti-Covid in ateneo, non appena le dosi saranno fornite dalla Regione, sfruttando gli ampi spazi di cui dispone il campus calabrese. La proposta è stata immediatamente condivisa anche dalle Università Magna Graecia di Catanzaro, Mediterranea e “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, ma ancora il placet non è arrivato. All’Università della Calabria sono già stati individuati tre hub di somministrazione, allestiti all’interno del Centro congressi “Andreatta” che ospita l’Aula Magna. Inoltre sembra che non appena arriverà l’approvazione per partire con la campagna vaccinale universitaria, sarà possibile procedere con l’inoculazione anche negli ambulatori del Centro Sanitario. Un aiuto per la Calabria, nel frattempo, arriva dal governo centrale: da lunedì è operativo il presidio vaccinale presso l’ospedale da campo di Vaglio Lise: nove medici e tredici infermieri sono impegnati nella somministrazione di 250 dosi al giorno, con l’obiettivo di arrivare fi

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