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Consiglio d'Europa: Italia non discrimina medici obiettori

Una pronuncia che toglie ogni dubbio.

Il reclamo presso il Comitato dei diritti sociali “Cgil contro Italia” (mancata garanzia di accesso all’aborto su tutto il territorio reso difficile dall’alta percentuale di medici obiettori; discriminazione della salute delle donne di alcune regioni; discriminazione dei medici non obiettori di coscienza) conosce uno sviluppo che di fatto relativizza la decisione resa nota l’11 aprile scorso dal Consiglio d’Europa. Il Comitato dei delegati dei ministri (ossia l’organo politico di guida del Consiglio d’Europa, che rappresenta i rispettivi governi), il quale deve stabilire quale seguito dare alle decisioni del Comitato dei diritti sociali, ha risposto oggi con una Risoluzione nella quale, considerando le informazioni presentate dal Governo italiano a maggio, “si felicita per gli sviluppi positivi intervenuti”. Fra aprile e luglio, in sostanza, la decisione del Comitato dei diritti sociali era stata trasmessa, come da prassi, al Comitato dei delegati dei ministri. Il 24 maggio il governo italiano ha fornito – per la prima volta – una serie di dati disaggregati, sia per regione che per ogni singola Asl, circa il numero medio di aborti per settimana per medico non obiettore. Inoltre, il governo ha esposto alcune iniziative assunte al fine di monitorare la situazione a livello regionale e garantire l’accesso ai servizi della legge 194 (interruzione volontaria della gravidanza). Dai dati disaggregati si fa dunque luce sulla reale situazione nel Paese. Va sottolineato il fatto che il Comitato dei ministri con tale Risoluzione si felicita con il governo italiano per le iniziative prese per ovviare alla situazione denunciata proprio nel reclamo della Cgil. Sul piano politico si tratta di un depotenziamento di quanto affermato dal Comitato dei diritti sociali, anche perché, più che di nuovi sviluppi intervenuti nel frattempo, si è di fronte a una fotografia più dettagliata della situazione esistente. Infine Il Comitato dei ministri del CdE non ha preso in considerazione il tema della supposta discriminazione dei medici non obiettori.

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