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Le Banche del territorio presidio di legalità

BCC: etica e trasparenza alla base del nostro lavoro

Le Banche del territorio presidio di legalità

Il sistema bancario del territorio come risorsa per favorire percorsi di legalità. Le regole del credito ai consumatori nel rispetto della trasparenza e del mercato, secondo i principi in materia economica sanciti dalla Costituzione repubblicana e dalle norme dell’Unione Europea. Sono stati questi alcuni temi tracciati nell’incontro “Banche del territorio. Presidio di legalità”, organizzato dalla fondazione “Antonio Guarasci”, dalla Bcc Mediocrati e da First Cisl e tenutosi nella sala De Cardona della medesima Mediocrati, a Rende. Contro la desertificazione del territorio, il microcredito come goccia per una rinascita, come ha evidenziato Giovanni Gattuso, segretario First Cisl. È l’impegno portato avanti da tempo dall’istituto bancario cosentino, la cui missione nel favorire la cooperazione in materia creditizia ne fa un interlocutore privilegiato sul territorio per i cittadini. “Le BCC sono banche che vivono con la comunità, noi vogliamo parlare con i soci e i clienti e insieme a loro risolvere i problemi - ha evidenziato Nicola Paldino, presidente della Mediocrati -. Chi più di una banca di comunità può conoscere i loro soci e clienti e dunque favorire un percorso di legalità?”. Territorialità fotografata da numeri e dossier, che dicono il rischio e la realtà di sovraindebitamento di cittadini, ma anche il pericolo di infiltrazioni da parte di organizzazioni malavitose. Banche del territorio come presidio che garantisce prossimità, più di ogni altra realtà creditizia, anche se di maggiori dimensioni. Paldino evidenzia: “la legge pone alle banche di comunità le stesse regole delle altre banche, diffuse a livello nazionale. Ma è anacronistico pensare che la nostra realtà possa avere le stesse loro regole. Noi dovremmo essere chiamati a fare piccoli crediti”. L’importanza del lavoro compiuto dalle banche che sono impegnate sul territorio è stato declinato anche da Carla Ruocco, presidente della Commissione bilaterale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che ha evidenziato l’impegno profuso nei confronti delle imprese e dei cittadini, anche nel tempo delle crisi economiche e dell’evento pandemico.

La giornata di studio è proseguita, con una tavola rotonda presieduta dal prof. avv. Francesco Saverio Sesti, della II Università di Roma e per la Fondazione “A. Guarasci” – Centro di Ricerca – sul tema “banche ed imprese nella gestione dei fondi Pnrr” e che ha visto il serrato confronto del presidente di Confindustria Calabria, Ferrara, di esponenti dell’Unical e della Regione, dell’Anci, on.Matteo Ricci, concluso dall’on. Giuseppe Soriero, consigliere dello Svimez e presidente dell’Accademia delle “Belle arti” di Roma.

Il prof. Sesti,  in ideale trait d’union con le trattazioni del mattino, ha stigmatizzato il possibile vantaggio economico e competitivo, per banche,  imprese, soggetti sociali ed istituzionali meridionali, di una consapevole adesione, volontaria e previa, a schemi gestionali e  privatistici di stretta legalità, (es. il “rating di legalità”), e  che acconsentano ad un controllo preventivo sull’assunto che siano la garanzia migliore per  la finalizzazione nel Mezzogiorno del Pnrr; piuttosto che l’esercizio ex-post degli strumenti pubblicistici di vaglio e controllo, magari di tipo penale, sclerotici e paralizzanti, parafrasando la necessità per la Calabria più che di “Legge ed Ordine” di  «…Legge e Sviluppo, perché … Legge è Sviluppo »

L’on. Giuseppe Soriero, ha concluso rimarcando l’auspicio  della proiezione degli investimenti del Pnrr  alla indefettibile dotazione infrastrutturale per  l’ulteriore innovazione e modernizzazione della Calabria, materiale oltre che digitale – ragguagliata  anche ad una per  troppo tempo negletta “politica industriale”, pur declinata nelle direttrici contemporanee e future del c.d. green deal  -  che sia “al servizio” delle imprese e dei soggetti economico-sociali soprattutto locali, e non esterni, e che guardi  all’irripetibile patrimonio ambientale, culturale e di intelligenza della Calabria, come alveo più immediato e promettente, di espressione.

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