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Cristano Ronaldo e il segno delle lacrime

CR7 ha provato in tutte le maniere a rimanere in campo ma si è dovuto arrendere all'infortunio.

Cristano Ronaldo e il segno delle lacrime

Le lacrime sono il segno più sensibile e tenero con cui si manifesta un sentimento. Non vogliamo essere banali, ma le lacrime versate sul campo dal colosso Cristiano Ronaldo, dopo la consapevolezza di non poter continuare a giocare e contribuire alla maglia del Portogallo, sono lacrime sincere, lacrime di un campione, ricco, milionario, ma le lacrime di un ragazzo.

Cristiano da anni sognava una finale con la casacca della sua Nazione. Bruciava la sconfitta con la Grecia del 2004, ma lì aveva 19 anni, era all'inizio della sua carriera fenomenale. Ieri sera, Ronaldo, 31 anni, era, o meglio, è il leader indiscusso, colui che ha condotto il Portogallo in finale a Parigi. Quella finale è durata 7 minuti sul manto erboso dello Stade de France. Sul suo viso si capisce il dolore, non tanto per l'infortunio, ma per l'impossibilità di mettersi al servizio del Portogallo e contribuire in maniera tangibile. Ronaldo non ce la fatta. Al 24esimo del primo tempo, dopo aver cercato in tutti i modi di restare sul campo, cercando di superare il dolore con la fasciatura della gamba, Ronaldo si è accasciato a terra e i suoi occhi si sono sciolti in una cascata di lacrime.

Lacrime innocenti, di un ragazzo, cresciuto con difficoltà, arrivato ad essere uno dei più forti calciatori nella storia del calcio, lacrime a voler mostrare tutto lo strazio per uscire dall'arena e lasciare i propri gladiatori senza una guida. Ronaldo ha chiamato il suo compagno Nani. Ha preso la fascia da capitano, e l'ha avvolta al braccio dell'esterno portoghese. Una vera investiture di una Lord ad un vassallo. Ma non era così. Potremmo dire, il Re con la spada ha sancito leader il principe Nani. Il Portogallo ha trascinato la Francia fino ai tempi supplementari, tenendo testa a Griezmann e compagni. Santos ha saputo giocare le sue carte, centrando in Eder l'eroe di Parigi. Dopo 120 minuti di sofferenza, passati come mister in seconda di Santos, dando suggerimenti ed incoraggiando i propri compagni, Ronaldo, abbracciato con una suo compagno, si è lasciato invadere dal sentimento di gioia e liberazione. Lacrime si di liberazione, da quella che poteva essere un notte da incubo.

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