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Gli studi sono stati condotti analizzando le zone più interne dello spazio conosciuto

Scoperte ventimila galassie ignote dietro la Via Lattea

Gli astronomi hanno presentato i risultati delle loro ricerche presso la Specola Vaticana

Scoperte ventimila galassie ignote dietro la Via Lattea

The VVVX Survey (VISTA Variables in the Via Lactea extended) è il nome dell’indagine condotta nel cuore della Via Lattea da alcuni astronomi di diverse nazionalità, che hanno perlustrato le zone più interne della nostra galassia nell’infrarosso in un arco temporale di dodici anni, attraverso il telescopio VISTA di 4 metri a ESO/Paranal in Cile. I risultati del loro studio sono stati presentati nel corso di una conferenza, che si è tenuta la scorsa settimana presso la Specola Vaticana, l’istituto astronomico dipendente dalla Santa Sede. L’osservazione spaziale ha avuto come risultato l’implementazione di un database di oltre un miliardo di stelle, nel quale sono contenute informazioni importanti sui cambiamenti di luminosità di questi corpi celesti. È stato rilevato che le regioni centrali della Via Lattea, che ha una forma a spirale barrata, risultano essere le più scure del cielo notturno per via dell’accumulo di gas e polveri. L’impiego delle lunghezze d’onda dell’infrarosso, tuttavia, ha permesso agli esperti di visualizzare galassie più lontane e localizzate dalla parte opposta della Via Lattea, oltrepassando quindi la barriera delle polveri. La ricerca è stata curata dai dottori Laura Baravalle, Fernanda Duplancic e Sol Alonso delle Università di Cordoba e di San Juan in Argentina, ex studenti della Scuola estiva della Specola Vaticana. Questi astronomi hanno presentato un catalogo di quasi 20 mila galassie finora ignote e situate dietro la Via Lattea, da sempre interessata da una frenetica attività di formazione stellare alternata a momenti di quiete. Alonso Luna dell’Universidad Andres Bello in Cile e dello European Southern Observatory in Germania ha scoperto, inoltre, le “stelle iperveloci”, cioè stelle che si muovono ad una velocità superiore a 2 milioni di km/ora, forse fuoriuscite dal buco nero supermassiccio ubicato nel cuore della Via Lattea. Durante la conferenza è intervenuto anche il professore di Astrofisica dell’Università di Herfordshire, Phil Lucas, che ha parlato dell’esistenza di un nuovo tipo di stelle dalla luminosità in costante variazione: le stelle variabili o “dipping giants” collocate verso il centro della nostra galassia. Il dottor Jason Sanders dello University College londinese, ricorrendo ad alcune stelle variabili definite “Miras”, ha misurato l’età del disco nucleare, quella densa regione a forma di disco con un diametro di circa un migliaio di anni luce, che circonda l’ammasso nucleare stellare più interno alla Via Lattea, nonché il suo buco nero supermassiccio. Si è concentrato perfino sulla struttura a forma di barra che percorre il centro galattico. Le conclusioni a cui è giunto è che il disco nucleare è sorto quasi 8 miliardi di anni fa, prima della nascita del sole. Queste informazioni ci aiutano ad approfondire la conoscenza che abbiamo dell’universo e ci fanno capire quanto sia complicata la storia spaziale.

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